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Le nomine dei procuratori in Calabria. Carbone: "Nessun ritardo"

Parla il presidente della Quinta commissione del Csm. «Attendiamo il Consiglio giudiziario di Reggio»

Cresce l’attesa per la nomina dei nuovi procuratori della Repubblica di alcuni tra i più importanti uffici giudiziari della Calabria. A Catanzaro, Cosenza, Crotone e Paola sono attese da mesi le designazioni dei nuovi responsabili dopo gli addii, rispettivamente, dei vari Nicola Gratteri, Mario Spagnuolo, Giuseppe Capoccia e Pierpaolo Bruni. Sono bastate le dichiarazioni di Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica e procuratore aggiunto a Reggio Calabria, per riaccendere i riflettori sulla questione. Parlando a margine di un convegno sui temi della giustizia promosso qualche giorno fa a Lamezia Terme dal Pd calabrese, Musolino ha rilevato come «i ritardi nella nomina da parte del Csm del nuovo Procuratore della Repubblica di Catanzaro, che si attende da quasi un anno, rappresentino un grave problema. I tempi di decisione del Csm sulle nomine sono molto lunghi. Il nostro organo di autogoverno registra, in questo senso, un arretrato al quale sta provando a mettere mano, ma purtroppo ancora con risultati non soddisfacenti».

Una lettura della situazione che, tuttavia, non convince appieno Ernesto Carbone, avvocato calabrese con un passato da parlamentare del Pd e poi approdato in Italia Viva, attuale presidente della quinta commissione del Consiglio superiore della magistratura, organo che si occupa delle proposte al Plenum per il conferimento degli uffici direttivi e semi-direttivi.

Cosa non la convince, presidente Carbone?
«Parlo con numeri alla mano. Da gennaio 2023, ovvero da quando mi sono insediato, la quinta commissione ha dimezzato i tempi delle sue decisioni. Si è passati da una media di 1 anno e 9 mesi a 8 mesi per arrivare alla definizione di un procuratore capo o di un incarico direttivo, e dalla media di 1 anno e 10 mesi a 9 mesi per uno semi-direttivo. Insomma, grazie al lavoro di vecchi e attuali componenti della commissione abbiamo reso più veloce la macchina della giustizia, almeno sotto questo punto di vista».

La procedura, in questi casi, come funziona?
«Quando c’è un posto vacante, non si può trattare la pratica finché non sono arrivate tutte le domande. La scelta viene operata sulla base di una procedura concorsuale che ha l’obiettivo di valutare comparativamente gli aspiranti e selezionare, per ciascun ufficio da ricoprire, il candidato più idoneo».

E allora perché in Calabria non si procede?
«Perché mancano i pareri del Consiglio giudiziario su alcuni magistrati che hanno presentato domanda. Ad accumulare ritardi - quasi di un anno - è proprio il Consiglio di Reggio Calabria di cui il procuratore Musolino è un componente. E ciò nonostante i solleciti a procedere arrivati dal vicepresidente e dal segretario generale del Csm. Da Catanzaro, che è sede dell’altro Consiglio giudiziario presente in Calabria, attendiamo pure altri pareri, che però riguardano altre nomine».

Se i pareri arrivassero, che tempi poi ci sarebbero per le nomine?
«Sostanzialmente immediati perché la quinta commissione procederebbe subito in modo da girare tutto al Plenum per la deliberazione finale. Adesso speriamo di concludere tutto entro l’inizio dell’autunno».

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