Nuova bocciatura, da parte della Corte costituzionale, per il blocco dei pignoramenti dei fornitori privati nei confronti degli enti del servizio sanitario calabrese. La misura era contenuta in una delle proroghe del decreto Calabria ed era servita a superare la precedente bocciatura della Consulta. Tuttavia, il blocco - in questo caso - era terminato a dicembre 2023. La questione è stata sollevata dal Tribunale di Cosenza. «Questa Corte – scrivono i giudici nella sentenza – ha evitato di equiparare, agli effetti dell’improcedibilità, i titoli esecutivi aventi ad oggetto crediti commerciali e quelli aventi ad oggetto crediti risarcitori da fatto illecito e crediti retributivi da lavoro. Inoltre, la durata del blocco delle esecuzioni stabilito dall’art. 2, comma 3-bis, del decreto legge n. 169 del 2022, come convertito, si è protratta per poco più di un anno. La misura di improcedibilità delle esecuzioni e di inefficacia dei pignoramenti è stata, quindi, limitata a un ristretto arco temporale e a una determinata platea di creditori, nonché motivata da eccezionali esigenze transitorie, ponendosi come strumentale ad assicurare la continuità della erogazione delle funzioni essenziali connesse al servizio sanitario e l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi della Regione Calabria. Tuttavia, neppure l'art. 2, comma 3-bis, del d.l. n. 169 del 2022, come convertito, ha stabilito un vincolo di destinazione sulla liquidità generata in favore della Regione Calabria a beneficio dei creditori muniti di titolo.