Calabria

Venerdì 22 Novembre 2024

Incognita Autonomia sulla Scuola in Calabria. I professori del Sud meno pagati?

Professori pagati più in Lombardia rispetto ai loro colleghi calabresi. Uffici scolastici non più legati al Ministero dell'Istruzione ma alle direttive delle singole Regioni, maggiori fondi alle realtà private e a discapito di quelle pubbliche, programmi che variano in base alle latitudini in cui si ritrova. Sono i possibili effetti (nefasti) dell'Autonomia differenziata sul mondo scolastico. E se ancora si attende di conoscere l'impatto concreto della riforma, sono diversi gli attori in campo che prefigurano addirittura un ritorno alle gabbie salariali e la crescita del divario tra gli studenti di diversi territori. L'Istruzione, come è ormai noto, è una delle materie gestite a metà tra Stato e Regioni per la quale la legge Calderoli rimanda alla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep). In questo momento la principale incognita è legata al finanziamento dei Lep, passaggio necessario per consentire alle Regioni di adeguarsi ai servizi minimi da garantire su tutto il territorio nazionale. Da Roma si continua a predicare calma, non è un caso che il ministro Giuseppe Valditara ripeta senza soluzione di continuità che i Lep della scuola rimarranno sempre in capo allo Stato e saranno uguali nel Paese. A occuparsi di tutto dovrebbe essere un tavolo di esperti in un lasso di tempo, salvo ulteriori complicaazioni, stimato in 2 anni. L'interrogativo, però, è cosa faranno quei territori che più di altri spingono sul terreno dell'Autonomia. Il riferimento è a Veneto e Lombardia. Nelle pre-intese firmate in passato, come ricordato qualche giorno fa da la Repubblica, è prevista l'attribuzione della «potestà legislativa in materia di norme generali sull'istruzione». E dunque è concreto il rischio della delega di alcune funzioni senza attendere la cristalizzazione dei Lep.

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