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Calabria, un mare di... progressi. Greco: «I sindaci facciano di più»

Il capo della stazione zoologica “Dohrn” fa il punto sullo stato di salute delle acque

Il biologo marino Silvio Greco, capo della stazione zoologica “Anton Dohrn” di Amendolara

C’è il sole, è la sua stagione. Un sole che veste la Calabria di luce rendendola immensa nelle sue proiezioni. E c’è il mare, un mare che, colorandosi di azzurro, diventa il pensiero audace e frugale, la generosità della natura. Il suo fascino è la precarietà delle sue acque. Acque chiare, acque limpide che, a un certo punto della stagione diventano rabbiose e buie, sporcandosi di opacità e riempiendosi di pustole brune che galleggiano e s’ingrossano seguendo la corrente. Da anni, il professor Silvio Greco, capo della stazione zoologica “Anton Dohrn”, è la sentinella attenta lungo i 788,92 chilometri di meraviglie che s’affacciano su un mare che diventa visibile nei suoi colori, udibile nei suoi suoni, profumato nei suoi odori. La Calabria è così, una terra imbevuta di paesaggio e di mare, un cono ricco di luci e di colori dove storia e leggenda si combinano all’interno di percorsi secolari. Negli ultimi venti-trenta anni l’uomo ha rovesciato gli equilibri dell’ecosistema unico mettendo a rischio la bellezza di questo simbolo dell’orgoglio del turismo calabrese.
Greco guida la crociata contro gli illeciti che minacciano il Mare Nostrum, una battaglia senza fine che sembra offrire i primi significativi risultati: «Un primo dato che possiamo rilevare, per esempio nella provincia di Vibo Valentia, e in generale sul Tirreno, sia gli investimenti in efficientamento degli impianti di depurazione e sia le attività di deterrenza dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine delle forze, hanno portato a un significativo aumentato dei collettamenti delle aziende ai depuratori e questo è un grande segnale. Certo, si è dovuta muovere la procura e tra l’altro quella di Vibo, grazie alla grande sensibilità del capo dei pm Camillo Falvo, ha fatto da apripista rispetto alle altre procure della Calabria. Per il resto, purtroppo, sopravvivono alle “cure” mali storici come il mancato collettamento di intere aree comunali. Tante aree urbane, comprese quelle di tutti i capoluoghi di provincia e di interi paesi. Il non collettamento di quartieri delle città e dei paesi calabresi è un problema serio. I sindaci devono capire che quella è una priorità anche dei primi cittadini dei comuni dell’entroterra».

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