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Il record della Calabria: 4 eletti a Strasburgo. Ma ora sembra inevitabile una revisione degli equilibri in Giunta regionale

Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, durante un Forum ANSA, Roma, 11 ottobre 2023. ANSA / ETTORE FERRARI

Se quello andato in scena lo scorso week end era un referendum sul proprio operato e su quello della Giunta regionale, Roberto Occhiuto può affermare - non senza qualche dato sorprendente in negativo, come quello rappresentato dalla città di Cosenza - di averlo vinto. Il governatore calabrese di Forza Italia è infatti il regista dell’operazione politica che ha consentito a Giusy Princi - fino a ieri vicepresidente dell’esecutivo - di conquistare l’elezione nel Parlamento europeo. Gli azzurri godono di ottima salute a queste latitudini e la conferma arriva dalla percentuale raggiunta tra il Pollino e lo Stretto: quasi il doppio di quella conseguita a livello nazionale, un risultato destinato a rafforzare la leadership di Occhiuto nel partito a livello centrale e a consentire agli altri colonnelli - come Francesco Cannizzaro e Gianluca Gallo - di guadagnare un credito cospicuo in vista degli appuntamenti futuri.

Il viaggio - solo andata - di Princi a Bruxelles rende inevitabile una revisione degli equilibri alla Cittadella. La casella libera della vicepresidenza è solo un tassello del puzzle complessivo. Su quella postazione potrebbero riversarsi le attenzioni non solo di FI ma anche di Fratelli d’Italia, forte del primato di partito più votato in Calabria. I meloniani riconfermano Denis Nesci nel Parlamento Ue e ora puntano con decisione ad allargare la loro sfera d’influenza nel governo calabrese. Molto dipenderà dal grado di apertura di Occhiuto rispetto a richieste, più o meno formali, che arriveranno nei prossimi giorni.
Il presidente della Regione a più riprese, soprattutto nei mesi scorsi, ha confermato l’intenzione di voler procedere a una distribuzione di alcune deleghe “pesanti”, come Ambiente, Turismo e Infrastrutture, fino ad oggi rientranti nel portafoglio presidenziale. Ora si tratta di capire se le intenzioni espresse si tradurranno in atti concreti; dalle parti di Fratelli d’Italia non si fa più nemmeno mistero di voler raccogliere i frutti dei consensi incassati.
E lo stesso, seppur con meno forza contrattuale, potrebbe fare la Lega. Pur non riuscendo a portare nessun rappresentante locale in Europa, i dirigenti calabresi del Carroccio sono pronti a bussare al decimo piano della Cittadella per chiedere maggiore spazio e ruoli più determinanti, forti anche dei numeri in Consiglio regionale dopo i recenti ingressi di Giuseppe Mattiani e Katya Gentile. Nella Lega, che in questa tornata ha beneficiato dei consensi arrivati da Italia del Meridione, è alla porte una stagione congressuale destinata a rimodellare i rapporti di forza interni. Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale in carica, dopo aver vinto il derby interno con la deputata Simona Loizzo adesso potrebbe puntare ad assumere la guida di un partito nel quale convivono diverse sensibilità.
In uno scenario dove ogni forza politica ambisce ad ampliare la propria sfera d’azione, resta incerto il destino dei centristi (ormai ex Terzo polo). I calendiani di Azione, pur non sfigurando a livello regionale, devono fare i conti con le incertezze di un partito che non è riuscito a superare le forche caudine dello sbarramento fissato al 4 per cento. A livello calabrese è difficile ipotizzare un ingresso in Giunta di uno tra Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi.

Versante centrosinistra

L’exploit è sicuramente quello di Mimmo Lucano, già sindaco di Riace divenuto modello di riferimento per le politiche di accoglienza dei migranti, ed eletto europarlamentare con Alleanza Verdi-Sinistra dopo anni trascorsi nelle aule di giustizia per un processo che lo ha visto protagonista. I segnali di vita che arrivano dalla sinistra radicale rappresentano un segnale in controtendenza rispetto ad anni in cui i vari esperimenti portati avanti da quelle parti sono sistematicamente falliti.
Può esultare, ma solo fino a un certo punto, invece il Pd. I dem conquistano la palma di partito più votato nella circoscrizione meridionale ma il dato calabrese è nettamente inferiore alla media nazionale. Ci sarà da riflettere su una crisi di consensi che arriva da lontano e sui motivi della poca attrattività del partito in Calabria. I due rappresentanti calabresi in lista - Jasmine Cristallo e Luigi Tassone - si fermano a grande distanza dalle posizioni che valgono il pass per Strasburgo.
Per una sorta di contrappasso, invece, la situazione è diametralmente opposta in casa del Movimento 5 Stelle. Il cosentino Pasquale Tridico, capolista imposto e voluto da Giuseppe Conte, è risultato essere il candidato più votato del M5S a livello nazionale e anche il secondo più gradito (dopo Princi) dagli elettori calabresi. L’ex presidente dell’Inps è destinato a diventare così una figura di riferimento in un Movimento chiamato a un serio processo di rifondazione dopo la modesta performance conseguita a livello nazionale. Non è tutto da buttare, però. Qualche segno di vitalità, per i pentastellati c’è, ed arriva dalle principali città calabresi. Non basta per poter esultare, ma è sufficiente per arrivare davanti agli alleati-competitor del Pd.

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