Sembra di riassistere un film già visto sul rigassificatore di Gioia Tauro. Il grande polo energetico, di cui si è sentito parlare la prima volta nel lontano 2008, ancora oggi vive fasi alterne tra slanci in avanti e improvvise, ma allo stesso tempo lunghe, frenate. L’intenzione politica di riprendere la effettiva realizzazione del grande impianto c’è, ma sembra essere non proprio in cima alle priorità immediate del governo. Quest’ultimo ha pure sbloccato l’iter con il “Decreto Energia” del novembre scorso, ma allo stesso tempo sembra spostare in avanti l’effettiva realizzazione del rigassificatore di Gioia.
In fase di stallo
Ad oggi c’è non soltanto la richiesta – per ora rimasta lettera morta della società Iren durante l’audizione in Parlamento – di adottare il decreto finale autorizzativo ma anche le priorità del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che scrive nella sua relazione per gli interventi sul tema energia del 2024 che è in atto una strategia per le fonti rinnovabili ma che si punta a opere di più snella realizzazione. «Il conflitto russo-ucraino ha mostrato con brutale evidenza che, per quanto riguarda il gas, la scelta di dipendere prevalentemente da un unico Paese fornitore espone il sistema a forti rischi per l’approvvigionamento, acuiti da dinamiche estremamente instabili dei prezzi non determinate esclusivamente da logiche di mercato esposte a fenomeni speculativi. È evidente che per minimizzare la dipendenza energetica nazionale è necessario un percorso di crescita sostenuto delle fonti rinnovabili, di forte promozione del risparmio e dell’efficienza energetica: nonostante il ruolo che necessariamente il gas naturale, combustibile fossile più pulito, assume anche nel prossimo futuro per il nostro sistema energetico, risulta fondamentale sviluppare una strategia di diversificazione degli approvvigionamenti di gas e di maggiore sfruttamento della produzione nazionale. Tale strategia prevede anche il potenziamento delle infrastrutture di trasporto e di stoccaggio e lo sviluppo dell’idrogeno. Al riguardo, proprio ai fini della decarbonizzazione, si favorirà anche la riconversione di infrastrutture esistenti e ridondanti, ove ne sussisitano condizioni di fattibilità, oltre che la realizzazione di nuove reti, ai fini dello sviluppo di una dorsale nazionale per il trasporto dell’idrogeno. L’Italia potrà, così, candidarsi ad assumere un ruolo rilevante nell’importazione di idrogeno, diventando uno dei principali hub europei, attraverso lo sviluppo del “corridoio sud per l’idrogeno”, in piena attuazione del cosiddetto Piano Mattei».
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia