"Indignarsi non basta più!". La Calabria aderisce alla giornata di mobilitazione per migliorare le condizioni di vita nelle carceri
Nella giornata del 18 maggio si terrà, contestualmente in tutte le regioni, l’iniziativa “Indignarsi non basta più!” indetta dalla Conferenza nazionale dei Garanti territoriali delle persone private della libertà personale, a due mesi esatti dall’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva invitato ad adottare misure immediate per allentare il clima di tensione che si respira nelle carceri italiane. A fronte delle criticità emerse, la Conferenza nazionale dei Garanti territoriali ha avanzato quattro proposte: 1) approvare in via urgente misure deflattive del sovraffollamento carcerario, favorendo quelle facilmente applicabili; 2) implementare l’accesso alle misure alternative per i detenuti che scontano una pena o un residuo di pena inferiore ai tre anni; 3) attenuare la circolare 2022 sul circuito di media sicurezza, atteso che la maggior parte dei detenuti si trova a trascorrere circa 20 ore in celle chiuse; 4) dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale n. 10 del 2024 in tema di tutela del diritto all’affettività delle persone detenute e del diritto a colloqui riservati. “Nella scorsa notte – ha evidenziato il Garante regionale dei diritti delle persone detenute, Luca Muglia – a Parma il trentaquattresimo suicidio di una persona detenuta dall’inizio del 2024, un giovane di appena 25 anni. Si aggiungano i quattro suicidi degli agenti di polizia penitenziaria, tracce indelebili di un malessere diffuso. In Calabria domani, alle ore 12.00, ci fermeremo per commemorare queste “vite spezzate”, morti inaccettabili che minano le fondamenta di uno Stato che voglia definirsi civile, moderno e democratico. Un minuto di silenzio per non dimenticare. L’acuirsi dello stato di sofferenza e vulnerabilità delle persone detenute, il peggioramento delle condizioni di vivibilità nelle carceri, la violazione della dignità umana delle persone ristrette. Sono tutti segnali, a dir poco inquietanti, che devono indurre a ridefinire i tratti essenziali dei diritti fondamentali in ambito penitenziario. I principi della Carta costituzionale e le Convenzioni internazionali si allontanano sempre più, rischiando di divenire mere petizioni di principio del tutto avulse dalla realtà”. “Occorre che il sistema carcerario – ha concluso il Garante Muglia – esca dal circolo vizioso che lo ha imbrigliato negli ultimi dieci anni, facendolo sprofondare in una perenne emergenza”.