Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

Calabria, sempre più morti sulla Ionica: il 2024 già nero

Tredici vittime soltanto da inizio anno, in media una ogni 9 giorni. La Statale 106 si conferma più che mai “strada della morte”: Francesca Stornello (siciliana andata a trovare un parente in Puglia e deceduta lunedì in ospedale a seguito dello scontro avvenuto a Villapiana lo scorso 27 aprile), Alessio Legato (spirato anche lui lunedì dopo il ricovero in condizioni disperate per l’incidente del 25 aprile nella frazione reggina di Bocale costato la vita anche a Gabriella Laganà) e Salvatore Mustara (che non ha avuto scampo ieri a Simeri Crichi) sono gli ultimi tre di un elenco di nomi che sembra infinito. Mentre gli organi donati dal giovane Alessio consentiranno ad altre persone di continuare a vivere, montano rabbia e disperazione. Ed è nel giorno in cui il Presidente della Repubblica ha fatto visita in Calabria che l’organizzazione di volontariato “Basta vittime sulla Strada statale 106” si è rivolta proprio a Mattarella segnalando «le grandi difficoltà di poter riconoscere lo Stato che egli rappresenta e dal quale per noi oggi risulta facile prendere le distanze». Sulla 106 in dieci anni si sono contate quasi 250 vittime. E mai, dal 1996 fino ad oggi, nei primi quattro mesi dell’anno se ne sono registrate tante, e fra queste così tanti giovani. «Un’autentica strage di Stato», sbotta Fabio Pugliese, presidente di “Basta vittime”, che pressa da anni perché «siano investite risorse per ammodernare e mettere in sicurezza la 106 Ionica, l’unica infrastruttura prioritaria, strategica ed urgente per la Calabria ed i calabresi». Nel mirino, a fronte dell’accelerata sul Ponte sullo Stretto, finiscono ancora una volta «l’immobilismo e l’omertà della classe politica dirigente calabrese incapace di chiedere ed ottenere la rimozione immediata degli attuali dirigenti della struttura territoriale di Anas in Calabria nonostante le condizioni comatose e vergognose in cui versa la Statale 106, dove manca persino l’ordinaria manutenzione». La tensione è altissima. Da Bova Marina, paese di Alessio Legato, si fa sentire con durezza il Comitato giovani: «Abbiamo perso tutti… Purtroppo il destino ha scelto Alessio, un destino pregiudicato da una strada maledetta che miete vittime instancabilmente. Siamo abbandonati da uno Stato quasi impassibile alle disgrazie che avvengono mensilmente nel nostro territorio, uno Stato che predica ma neanche dopo le centinaia di morti interviene con azioni sicure e di contrasto a tutte queste tragedie». Ad oggi, secondo le comunicazioni ufficiali del Governo, per la 106 sono stanziati 3 miliardi di euro spalmati su più annualità. Una cifra che, ammesso sia realmente disponibile, non basterebbe comunque per ammodernare tutto il tratto calabrese. Basta pensare che, per tutta la striscia d’asfalto a sud di Catanzaro fino a Reggio, mancano persino i progetti. Un segnale positivo sarebbe l’inserimento, appena votato dal Parlamento europeo, di tutta la Statale Ionia nel corridoio Scan-Med della rete Ten-T. Il passaggio, definito “storico” Fratelli d’Italia che l’ha fortemente voluto, potrebbe aprire le porte al cofinziamento europeo quantomeno della progettazione. Stando alla mappa di Anas, l’Anas ad oggi è stato completato l’ampliamento a quattro corsie, con spartitraffico centrale, di tutto il tratto ricadente in Puglia (39 km) e in Basilicata (37 km). In Calabria sono stati ampliati a quattro corsie circa 67 km, di cui: 15 km al confine con la Basilicata (tra Rocca Imperiale e Roseto Capo Spulico); 5 km a ridosso di Gabella Grande (frazione di Crotone); 22 km tra lo svincolo di Squillace e lo svincolo di Simeri Crichi (compresi 5,2 km del prolungamento della strada statale 280 “dei Due Mari”); infine 25 km tra Locri e Roccella Jonica. Si lavora a pieno ritmo, sempre nel tratto calabrese, nel terzo megalotto tra Sibari e Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, per una lunghezza di 38 km su due carreggiate separate. Il resto? Non pervenuto. E si continuano a contare le vittime.

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