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Lo spauracchio delle liste d’attesa in Calabria, il nuovo piano per “abbatterle”

Tempi biblici per visite ed esami diagnostici affossano la sanità calabrese

Nel migliore dei casi tocca aspettare qualche mese per una semplice visita o un comune esame diagnostico, se si è meno “fortunati” addirittura un anno. Le (infinite) liste d’attesa nella sanità calabrese sono da sempre un punto dolente del sistema. Tanto da diventare una costante nei richiami periodicamente inviati dai Ministeri che sovrintendono all’attuazione del Piano di rientro.

Insomma, occorre cambiare passo anche perché la svolta annunciata la scorsa estate, con il lancio del Cup (Centri unici di prenotazione) online, l’app per prenotare (e pagare) le prestazioni sanitarie, ha prodotto solo in minima parte i risultati sperati. Fino a qualche anno fa ogni Azienda sanitaria aveva il proprio Cup che funzionava male e non c’era neanche il catalogo delle prestazioni, ogni Asp veniva remunerata con tariffe diverse per le stesse prestazioni.

Un cortocircuito superato solo in parte dopo l’introduzione del Cup online. Già, perché finora i Cup fisici sono rimasti in attività ma “scollegati” rispetto all’intero sistema. Un esempio, forse, aiuta a comprendere meglio la portata del problema: chi si reca al Cup di Soverato per prenotare una visita ortopedica riceve una risposta sulle disponibilità presenti all’interno delle strutture dell’Asp di Catanzaro. Questo succede perché l’operatore non possiede il quadro preciso degli appuntamenti disponibili nelle strutture pubbliche e in quelle convenzionate. Volendola raccontare con una metafora grossolana, immaginate una grande catena alberghiera che nel sito in cui prenotate una stanza non è al corrente se c’è posto nell’hotel di Roma o in quello di Parigi.

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