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Reati di mafia e violenza, più denunce: la Calabria volta pagina

Un netto aumento di richieste di accesso al fondo per le vittime di violenza e reati mafiosi. La Calabria sembra voltare pagina rispetto al passato: è quanto si evince dal report del commissario straordinario del governo che, relazionando sui dati dell’attività relativa all’anno appena trascorso, per la prima volta ha dato anche spazio alle vittime di femminicidio e violenza sessuale, che possono ottenere una quota del beneficio economico in tempi più rapidi.
Più denunce rispetto agli anni scorsi e conseguenti maggiori ristori in favore di vittime nel territorio calabrese che, comunque, rimane sempre indietro ad altre regioni come la Sicilia, la Campania e il Lazio. In tutta Italia le domande di accesso al fondo di rotazione sono state 672, in leggera flessione ma con un sostanziale trend che va avanti da tempo. Sotto il profilo della distribuzione territoriale, le istanze provengono quasi esclusivamente (91% del totale) dalle 4 regioni meridionali, tradizionalmente più esposte ai fenomeni mafiosi (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia), mentre per il rimanente 9% spicca il Lazio con 49 istanze e seguono, con uno scarto rilevante, il Trentino Alto Adige (4), la Lombardia e la Toscana (3), il Piemonte (2) e le Marche e l’Emilia Romagna con una sola domanda.
Sono 48 le richieste presentate dalla Calabria (il 7%) che ha più che raddoppiato le istanze con un incremento di 28 domande rispetto all’anno precedente. Si tratta di un buon segnale, ma allo stesso tempo il dato indica anche un aumento di reati di tipo violento.
La situazione è sempre analizzata dal doppio punto di vista, ma comunque la crescita di consapevolezza della denuncia sembra chiara così come quella di potersi rivolgere allo Stato per i ristori.
L’andamento degli ultimi anni per la Calabria è il seguente: 59 richieste nel 2019, 13 nel 2020 (anno che non viene “pesato” in quanto coincide con lo scoppio della pandemia da Covid), 26 nel 2021, 20 nel 2022 e appunto 48 nel 2023.

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