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Scuola in Calabria, Zes e Ponte sullo Stretto richiameranno presto professionalità adeguate

La riforma degli Istituti superiori.

La scuola che verrà in Calabria ha il volto dei ventiquattro istituti che hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, aderendo alla sperimentazione voluta dal governo Meloni, con in testa il ministro Valditara, per cambiare la formazione tecnica e professionale e renderla più rispondente alle richieste del mercato del lavoro. Lo raccontano i dati, come ha sottolineato la vice presidente della Regione Giusi Princi nei giorni scorsi alla Cittadella presentando proprio alla presenza del titolare di Viale Trastevere il passaggio al “4+2” al posto dell’attuale iter quinquennale. «Dati di Unioncamere e Anpal raccontano che nel solo 2023 ben 8.300 offerte di lavoro nel campo della meccanica e delle costruzioni non sono state soddisfatte per mancanza delle professionalità necessarie». È inoltre emerso che per il 67% delle richieste di occupazione è sufficiente la formazione di secondo grado. Ovviamente adeguata alle figure necessarie. Ecco perché tecnici e professionali riformati, assieme agli otto Istituiti tecnici superiori (Its), ed eventualmente alle università, devono lavorare in sinergia per preparare studentesse e studenti come richiede il mercato del lavoro.

Calabria e Sicilia unite

In questa ottica Valditara nel dialogo con il mondo della scuola, istituzionale e imprenditoriale calabro, ha richiamato due elementi chiave dello sviluppo anche occupazionale nostrano, attuale e in prospettiva. Per la Calabria come per la Sicilia: la Zona economica speciale (Zes) e il Ponte sullo Stretto di Messina che quindi il ministro dell’Istruzione e del Merito ha rilanciato. «In queste due regioni la filiera tecnico-professionale dovrà garantire maestranze e competenze necessarie ai cantieri per la costruzione del ponte e lo sviluppo delle straordinarie potenzialità che questa opera garantirà», ha dichiarato Valditara, cui ha fatto eco l’assessore Princi richiamando anche la Zes.

Strategia di difesa

La sperimentazione “4+2” per tecnici e professionali ha anche un altro obiettivo, meno focalizzato sull’aspetto occupazionale. Mira ad aumentare l’appeal di questi importanti percorsi scolastici che negli ultimi anni soffrono una progressiva licealizzazione delle iscrizioni, con numeri perciò in costante discesa. Cui si aggiunge, a complicare le cose, il calo delle nascite. Quindi ci sono sempre meno studenti e perdippiù sempre più diretti verso i licei, con previsioni in ulteriore peggioramento nel futuro. I percorsi tecnici e professionali, pur essendo molto ricchi, attirano pochi iscritti. In questa ottica si dovrebbe riflettere pure sui criteri del recente piano di Dimensionamento imposto negli anni passato dal governo a trazione nordista. Ma questa è un’altra storia. O forse no!
Licei che pure tra Pollino e Aspromonte soffrono la crisi del Classico, assieme alla novità dei Musicali e Coreutici, cioè indirizzati allo studio teorico e tecnico-pratico della musica o della danza nel quadro delle tradizionali materie liceali. Buon successo anche per i licei sportivi (legati agli Scientifici) in campo dall’anno scolastico 2014/2015. In Calabria sono cinque.

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