Una sede accademica decisamente... controcorrente. L'Università della Calabria, risulta il primo grande ateneo statale in quanto a crescita di immatricolati al Sud, segnando oggi un +23% rispetto al periodo pre-pandemico (anno 2019/2020).
Ma analizziamo le cifre che offrono uno spaccato preciso. L’ateneo di Arcavacata è passato da 3.834 immatricolati del 2019/2020 a 4.704 del 2023/2024 con una crescita percentuale evidente, che risulta la più alta in assoluto tra tutte le grandi università statali meridionali, inclusi i mega atenei, e registra uno dei più alti tassi di sviluppo tra tutte le università d’Italia. Sul fronte delle università private, i dati disponibili sono incompleti e non consentono un’analoga analisi comparativa: emerge, comunque, una crescita degli iscritti alle università telematiche.
Il rettore Nicola Leone non nasconde la propria soddisfazione e analizza complessivamente il quadro. «I dati del Mur danno uno spaccato dell’evoluzione delle università italiane e di quale sia stato l’impatto della pandemia. Questo è in effetti il primo anno di completo ritorno alla normalità, tanto che a livello nazionale il numero di iscritti è sovrapponibile a quello dell’ultimo anno di pre-pandemia. Ma in questo confronto col 19/20 – che coincide con l’avvio del mio mandato – spicca il dato dell'Unical che ha dimostrato una crescita straordinaria e persistente, reggendo bene anche all’onda d’urto del periodo pandemico. Ciò è dovuto certamente alla coraggiosa e profonda revisione dell’offerta formativa» sottolinea Leone «che si è aggiornata globalmente rendendo i corsi innovativi e al passo con i tempi, offrendo programmi di avanguardia e rispondenti alle esigenze del mondo del lavoro. Ma anche all’alta qualificazione del corpo docente, rafforzato dalle politiche di reclutamento mirate ad attrarre studiosi altamente qualificati, e puntando anche sul “rientro dei cervelli”».
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