Milioni su milioni, anzi miliardi. Non resta che augurarsi si traducano in infrastrutture vere, efficienti. La Calabria ne ha enormemente bisogno. Negli ultimi giorni si è assistito a un vorticoso giro di prese di posizione. Con il governatore Roberto Occhiuto disposto a cedere 300 milioni (inizialmente erano 200, poi il cambio in corsa: a scapito di quale progetti?) del Fondo di coesione per realizzare il Ponte sullo Stretto in cambio di un miliardo per la definitiva sistemazione del tratto cosentino dell’Autostrada A2 e dei fondi per ammodernare la Statale 106; con il Pd pronto a smontare pezzo per pezzo il “bluff” dell’Alta velocità ferroviaria perché, al netto delle incertezze sul tracciato calabrese dell’opera, mancherebbero i soldi per realizzarla una vera Av a queste latitudini; con gli esponenti dell’ex Giunta regionale di centrosinistra guidata da Mario Oliverio che rivendicano la paternità dell’avvio dei lavori di elettrificazione della linea jonica. Nello scontro politico che infuria - la campagna elettorale per le Europee già s’intravede all’orizzonte -, la sintesi migliore è forse quella che offre il professore Francesco Russo, già assessore alle Infrastrutture in Calabria, tra i più esperti conoscitori della materia: «Conosciamo il progetto definitivo del Ponte? Quello dell’Alta velocità? In Calabria il collegamento dei treni veloci al Ponte sarà da Bagnara o da Palmi? Il cronoprogramma per l’elettrificazione della linea ionica esiste? E il dettaglio degli interventi sull’autostrada a Cosenza?». Sono interrogativi cui è necessario fornire risposte chiare. Senza certezze restano solo i miliardi… sulla carta.