Il Natale tra cibo, servizi e regali: la Calabria spenderà 720 milioni. Cosenza... da record
La crisi è molte cose diverse che sono sbocciate insieme lungo lo stesso filare dal Covid in poi. Un male che è diventato sconforto per i tanti imprenditori, incubo per i lavoratori e angoscia per le famiglie. Ma, adesso, i report che descrivono il presente e il futuro socio-economico sembrano descrivere uno scenario meno inquietante proprio sul calar di un degli anni più difficili della nostra storia recente. Confartigianato ha provato a immaginare l’oroscopo di Natale degli italiani tra le pieghe del rapporto “#ACQUISTIAMOLOCALE. Bellezza, tradizione e innovazione: il valore artigiano del regalo di Natale - Focus su Artigianato alimentare” giunto alla tredicesima edizione. La congiunzione disegnata dall’infinita sequenza di astri osservata dagli esperti della Confederazione degli artigiani, nel mese di dicembre, sembra portare conforto al mondo del commercio dopo mesi di note distratte, isolate, all’interno di uno spartito confuso. «A novembre 2023 la fiducia dei consumatori torna a salire dopo quattro mesi consecutivi di flessione mentre scende l’inflazione e nel terzo trimestre del 2023 i consumi delle famiglie tornano a crescere».
La slitta di Babbo Natale
Non solo il paniere elaborato dall’Istat per misurare l’inflazione. Confartigianato ha realizzato un basket di prodotti natalizi con beni e servizi oggetto di consumo durante le festività o che possono essere regalati. A ottobre, i prezzi della slitta in Calabria hanno registrato un aumento del +5,1% (solo in Campania salgono di più 5.6%), con lo stesso ritmo di crescita della Puglia. In Italia il rialzo medio si è fermato al +4,9%. Cosenza (6%) è le città calabrese dove l’inflazione dei prodotti natalizi è stata più marcata. Peggio hanno fatto solo Brindisi, Benevento, Siena e Napoli. Reggio è lontana con un +4.6%, Catanzaro è la migliore con rincari natalizi fermi a +3,9%.
Spesa per Natale
Confartigianato propone una valorizzazione della spesa delle famiglie a dicembre relativa agli acquisti di Natale. Uno shopping assortito di prodotti alimentari e bevande che abitualmente vengono consumati durante le festività. Al cibo vengono associati i beni scelti come regalo e maggiormente realizzati da imprese artigiane, includendo tra i servizi, oltre a quelli dell’alimentare, anche quelli di cura della persona tradizionalmente presidiati dalle imprese artigiane. Le festività legate al Natale modificano notevolmente le abitudini di spesa dei consumatori: considerando il triennio 2020-2022, a dicembre si registra un valore delle vendite al dettaglio superiore del 28,3% rispetto alla media annuale (+20,4% nel caso dei prodotti alimentari e +34,8% nel caso di quelli non alimentari). A dicembre, mese dell’anno con il maggiore volume di spesa, si concentra il 10,7% delle vendite totali annuali ed il 10,0% di quelle di prodotti alimentari. Sulla base del modello predisposto in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, nel quale si incrociano i dati sulla spesa media mensile di una famiglia italiana per voci di spesa desunta dall’indagine sulle spese delle famiglie dell’Istat con quelli relativi all’indice mensile del valore delle vendite del commercio al dettaglio, si stima a dicembre una spesa delle famiglie in prodotti e servizi regalabili a Natale pari a 24.438 milioni di euro di cui quasi due terzi (65,2%) in prodotti alimentari e bevande, pari a 15.930 milioni di euro. La Calabria parteciperà con una spesa complessiva di 720 milioni di euro, 510 dei quali per l’acquisto di alimenti e bevande e 210 per altri prodotti e servizi tipici del Natale. A livello provinciale, Cosenza è la città che metterà sul piatto l’importo maggiore (270 milioni di euro, di cui 191 verranno spesi per cibo e bevande), a Catanzaro si investiranno 133 milioni nello shopping natalizio mentre a Reggio l’investimento sfiorerà i 200 milioni (esattamente saranno 197).