Dieci anni dopo l’avvio delle procedure di liquidazione, è vicino l’addio definitivo ad almeno 4 Comunità montane calabresi (Versante dello Stretto, Versante tirrenico settentrionale, Tirreno meridionale, Alto Mesima Monte Poro). Si tratta di un primo risultato raggiunto dalla struttura guidata alla Regione dal dirigente generale Giacomo Giovinazzo. E anche se l’ultima proroga della legge fissa al 31 dicembre 2024 la chiusura di tutte le procedure, non è da escludere che quel termine (ancora una volta) non sarà rispettato. D’altronde è già successo più volte in passato: di proroga in proroga, l’orizzonte temporale per mandare in archivio le 20 Comunità montane presenti tra il Pollino e lo Stretto è stato rimandato ripetutamente. Finora i responsabili della procedura si sono concentrati prioritariamente sulla contabilizzazione dei debiti con l’Inps e la valorizzazione dei beni rientranti nel patrimonio delle Comunità montane non più utilizzati. Questo ha consentito di ricavare risorse finanziarie da destinare ai pagamenti dei debiti e in primo luogo dei mutui, accesi nel corso degli ultimi anni con Cassa depositi prestiti e che sono garantiti per l’80 per cento da fondi assistiti da parte del Ministero, mentre per il restante 20 per cento risultano a carico degli Enti soppressi. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria