Il terremoto è un movimento che non si ferma mai nella pancia della Calabria. Qui i sussulti quotidiani sono l’impronta genetica di un territorio con l’etichetta del rischio elevato dove le fratture nel grembo della terra sono vertigini che seguono schemi reticolati. In mezzo a queste valli che si alternano a colli e dorsali la terra ha sempre brontolato seminando l’angoscia tra la gente. Non esiste luogo veramente sicuro. Basti pensare che ben 359 dei 404 comuni totali sono nati su zolle sismiche di classe 1 e 2 (quelle dove potrebbero verificarsi eventi sismici disastrosi). Non c’è mai stata logica negli scuotimenti improvvisi, non c’è mai stata una regola e nemmeno un orario o un periodo prestabilito. Non c’è nulla, insomma, almeno niente che la scienza riconosca ufficiale, che possa servire a comprendere perché la litosfera vada in frantumi in un posto piuttosto che in un altro.
Beni a rischio
E qui, in terra di Calabria, sopravvive un passato che rischia di sparire in caso di scosse anche non troppo elevate. Si tratta della storia custodita in ben 5.067 beni catalogati. Patrimoni architettonici, archeologici e culturali che rischiano di sparire. Il censimento dell’Ispra è aggiornato al 31 dicembre del 2020 e rappresenta l’elaborazione delle banche dati di Spra, Iscr e Protezione civile. Lo studio riguarda, naturalmente, tutta l’Italia e rivela i potenziali effetti tellurici per ciascun borgo. E, poi, c’è l’individuazione dei comuni dove vengono ipotizzate conseguenze simulando un terremoto pari alla massima intensità già registrata a livello locale (zone 1 e 2 in particolare). E per ogni luogo è indicato il numero di strutture storiche che rischiano ferite dalla scossa. In sintesi, nelle zone individuate come potenziali epicentri di forti terremoti sono situati 12.424 beni culturali, pari al 5,8% del totale. In Calabria, naturalmente, le conseguenze del terremoto sarebbero tra le più disastrose. Del resto, non è un segreto che questa terra sia tra le “zone rosse” del paese con rischio elevato. Dal Pollino allo Stretto, tutta l’area è interamente a rischio. Qui, secondo uno studio di qualche anno fa, un sisma di media entità potrebbe avere effetti drammatici per un milione e 800mila abitanti e un milione e 178.600 abitazioni che convivono su questo territorio.
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