Un Piano straordinario del lavoro in Calabria da redigere con il supporto di tutti gli attori coinvolti è l’obiettivo individuato dai vertici della Regione come risposta a una crisi occupazionale senza precedenti. Il primo step di questo percorso si consumerà lunedì 13 novembre alla Cittadella con l’insediamento del “Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro”, previsto dalla recente legge che ha dato vita all’Arpal (l’Agenzia per politiche attive del lavoro). Alla riunione saranno presenti i rappresentanti di Inps, Inail, commissione Pari opportunità della Regione, rappresentanti delle Camere di commercio, sindacati e parti datoriali. «Ci sarà - anticipa l’assessore regionale con delega al Lavoro, Giovanni Calabrese - anche il presidente Roberto Occhiuto proprio per dare l’idea di quanto il governo regionale creda nell’iniziativa. Siamo consapevoli che abolire la disoccupazione in Calabria è un’impresa pressoché impossibile, ma l’idea è porre un argine a un fenomeno dai contorni sempre più preoccupanti». Due le direttrici lungo le quali ci si muoverà: sfruttando le risorse a disposizione (programma Gol e fondi comunitari) per sostenere la formazione professionale in settori strategici come edilizia, turismo, agricoltura e investendo sullo smart working, fornendo incentivi alle grandi multinazionali che decidono di formare i disoccupati calabresi per poi farli lavorare da casa o in coworking, popolando borghi in via di desertificazione. Tuttavia, la strada non è in discesa. Le difficoltà sono diverse e dimostrazione se n’è avuta recentemente con il bando Kaire pensato dalla Regione per favorire l’occupazione di lavoratori svantaggiati o con disabilità nella filiera del turismo. Alla chiusura del bando sono state poche le realtà imprenditoriali che hanno risposto positivamente al progetto messo in piedi dalla Cittadella. Da qui si è rafforzata l’idea di cambiare passo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria