Domani, venerdì 20 ottobre, Nicola Gratteri si insedierà a capo della Procura di Napoli. Tutto pronto per il giuramento nella più grande Procura d'Italia. Il magistrato calabrese. ormai ex Procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista al Corriere della Sera a poche ore dal suo insediamento nel capoluogo di regione campano. Ecco i passaggi più significativi.
La vita sotto scorta
"È pesante. Ci sono giorni in cui si soffre di più, viene la sindrome da soffocamento a non poter fare una passeggiata da soli, non poter andare in bicicletta, non uscire in moto. Penso di non fare un bagno al mare da 25 anni".
Gli arresti degli amici d'infanzia
Ha fatto arrestare suoi compagni di classe? Questa una delle domande di Elvira Serra. "Sì, molti studenti erano figli di capimafia. Feci arrestare anche il mio compagno di giochi in campagna, quando andavo dagli zii, perché aveva un arsenale di armi".
La moglie rimarrà in Calabria
"A settembre non ha fatto la domanda di trasferimento perché, ha detto, “siccome ti bocciano sempre è meglio che rimango dove sto”. Insegna matematica a Locri".
Le occasioni mancate
«Non sono attaccato alle poltrone. Per me è importante servire lo Stato. Non è retorica, ma mentre cammino nei corridoi della Procura se trovo luci accese in una stanza e non c’è nessuno io le spengo: e chi le ha lasciate accese sa che sono passato. Certo, bisognerebbe capire chi ha detto a Napolitano che non potevo fare il ministro: Renzi mi aveva dato carta bianca».
Lo stipendio
"Guadagno 7400 euro. Quando ho iniziato guadagnavo un milione 350 mila lire al mese. Questo lavoro non si fa per i soldi. Se uno pensa di fare il magistrato e invidia chi ha la Ferrari doveva fare il concorso per notaio. Siamo privilegiati: guadagniamo tre volte lo stipendio di un impiegato"
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