Ore caldissime per gli oltre 4mila tirocinanti di inclusione sociali calabresi. Da lunedì prossimo scatta la scadenza dei contratti di alcuni di loro e ancora non sembrano esserci molte certezze sul futuro. Ieri qualche (incoraggiante) segnale è arrivato dalla Cittadella regionale con la pubblicazione della manifestazione d'interesse per l'avvio della quarta annualità di proroga. La procedura, materialmente, come lo scorso anno, prevede la domanda da parte dei tirocinanti da presentare al proprio ente ospitante e la richiesta dell'ente di accedere al finanziamento per l'annualità 2023/2024.
Il nodo, tuttavia, resta quello della copertura finanziaria. I segretari di categoria di Nidil Cgil, Cisl Felsa e UilTemp continuano a chiedere, e sarà oggetto del prossimo tavolo tecnico, il reperimento delle risorse per coprire l'intera annualità fino al 2024, nonché l'avvio di un percorso serio e concreto di risoluzione definitiva della vertenza. Fino a questo momento i soldi disponibili grazie agli emendamenti approvati in Parlamento ammontano infatti a solo 5 milioni di euro e, a conti fatti, basterebbero per la contrattualizzazione di non più di 250 persone oppure per la proroga di poco più di un mese. Ancora più complicato il discorso relativo ad un'assunzione in pianta stabile, per il quale manca ancora il decreto attuativo della Funzione pubblica. Su tale versante si parla solo di quelli impiegati nei Comuni, con gli enti che dovrebbero garantire di poter “sostenere” i concorsi anche per il restante 50% di non tirocinanti. Resterebbero invece fuori tutti i tirocinanti in servizio - per esempio - nelle Asp, nelle Province, nelle Camere di commercio e privati che, allo stato attuale, la normativa non consente di assorbire.
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