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Calabria più anziana, futuro incerto: la “fuga” dei giovani segnale preoccupante per l’economia

La vita in Calabria resta appesa a fili insignificanti che trascinano questa terra verso un cono d’ombra, un altrove deformato. Del resto qui la rassegnazione ci ha abituati a convivere con una verità secolare che si è fatta pelle dura, refrattaria anche alle scottature. Tutti i report che descrivono il presente e annunciano il futuro socio-economico della regione sono deboli mormorii con diagrammi che non crescono mai perché qui, nel Sud del Sud dell’Europa, si soffre più che altrove. Tra i fattori che spazzano definitivamente l’argine dei sogni di una possibile ripresa c’è, soprattutto, il crollo delle nascite (il tasso di natalità è sceso in un anno dal 7,4 al 7,1). Una picchiata che si rifletterà, inevitabilmente, sul Pil futuro. La denatalità finirà per indebolire la produttività dei vari territori, ampliando ulteriormente i divari tra le aree geografiche del paese. E così il Mezzogiorno sarà ancora più sofferente con la Calabria che potrebbe ritrovarsi con un prodotto interno lordo ridotto del 24,5% nei prossimi vent’anni e, completamente disossato, a distanza di quaranta con una perdita di Pil stimata in un terrificante -41,4%. In Italia, solo la Basilicata (-47%) e la Sardegna (-46,3%) farebbero peggio.
L’Istat ha chiuso il terzo censimento permanente al 31 dicembre 2021 quantificando il perimetro dei calabresi attivi (15-64 anni) in 1.184.090 individui. Rispetto all’anno precedente, si sono perse 5.284 persone occupabili, quasi interamente assorbite (4.727) dalla platea degli over 65, quella costituita da popolazione, ormai, a risposo. Uno scenario riscontrato dall’aumento dell’età media che, in appena dodici mesi, è salita da 45,2 a 45,5 anni. Che significa? Che questa terra sta invecchiando in fretta. Ma non è solo la Calabria, è l’intero Sud che si sta impoverendo all’anagrafe tra culle sempre più vuote, servizi pubblici poco competitivi, emigrazione giovanile e invecchiamento dei residenti. Una tempesta demografica che rischia di far calare il sipario sul meridione d’Europa che mostra più di ogni altro territorio continentale pericolosi smottamenti nella popolazione, soprattutto in quella meno anziana.

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