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Calabria, sanità in coda e pazienti con la valigia: fino a 304 giorni per una colonscopia e 128 per una mammografia

Gli ospedali in Calabria sono luoghi da cui poter partire per cercare di raccontare cosa sia realmente la sanità in questa terra. Un mondo in cui per entrare servono cuore e fantasia per non permettere alla rabbia di prevalere. C’è sempre qualcosa che non funziona, qualcosa che ci ricorda perché questo è il Sud del Sud dell’Europa. Una regione che spende di meno per garantire la salute perché in passato il sistema era diventato l’albero della cuccagna della politica. Una miniera d’oro che è stata prosciugata e oggi restano bilanci che si fatica a chiudere in mezzo a tredici inutili anni di commissariamento. Pochi soldi in cassa per assumere nuovo personale e per garantire luoghi di cura attrezzati. La protesta dell’Aned per la gestione dei dializzati all’“Annunziata” è solo uno dei tanti spigoli che il governatore-commissario Roberto Occhiuto sta cercando di smussare per garantire il diritto alle cure a tutti i calabresi. Ma non è facile perché qui la Sanità è in coda ovunque. E non solo nei lea, certificati già da tempo. Nelle ultime ore è arrivato un altro dato (elaborato da quotidiano sanità) che rischiara quanto sia fragile il sistema salute regionale. Una debolezza che si traduce nella ripresa della migrazione dopo il Covid. Ma, a differenza del passato, il viaggio del migrante in cerca di cure rischia di diventare un viaggio senza ritorno verso le nostre strutture sempre più intasate e meno accessibili, generando vorticosi aumenti della spesa a carico della Regione. Il rientro, in queste condizioni, non ha senso e diventerebbe una inutile illusione.

È inaccettabile che per una mammografia bilaterale “programmata” in una struttura pubblica in provincia di Cosenza possano passare tra i 63 e i 128 giorni, mentre il tempo di attesa in una struttura privata è pari ad un solo giorno. E ancora per una Colonscopia con endoscopio flessibile “programmata” si registrano tra i 147 e i 304 giorni negli ospedali pubblici (sempre in provincia di Cosenza) e un solo giorno nella struttura privata.

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