Un piano occupazionale è ciò che serve alla Calabria. E che sia «frutto di un percorso costante e istituzionalizzato con le parti sociali, che guardi a tutti, non soltanto ai percettori del Reddito di cittadinanza, che sappia mettersi in relazione con le imprese, che trasformi le emergenze della nostra regione - come la manutenzione del suolo o la lotta al dissesto idrogeologico - in occupazione». Si fa sentire la Uil, per bocca del segretario regionale Santo Biondo, nei giorni più caldi segnati dal taglio del Reddito di cittadinanza, rivolgendosi ai governi nazionale e regionale.
Hanno appena debuttato il “Supporto per la formazione e il lavoro” (Sfl) e il “Sistema informativo per l'inclusione sociale e lavorativa” (Siisl), mentre a gennaio partirà l'assegno di inclusione pensato dal governo Meloni. Il ministro Marina Elvira Calderone l’ha detto sabato alla convention dell’Ecr a Villa San Giovanni e ripetuto ieri a Cernobbio: «La piattaforma Siisl sta andando bene. Abbiamo più di 12mila domande presentate. Ci sono gli enti formatori, le Regioni che hanno conferito tutta l’offerta formativa. Le agenzie private per il lavoro hanno conferito le offerte, quelle che si chiamano tecnicamente vacancy. Anche in questo caso ovviamente superiore a quelle che sono le domande attuali. Voglio ribadire che la finalità di questo intervento non è solo fornire assistenza a chi entra nel circuito del supporto per la formazione del lavoro, ma anche far interagire tutti i soggetti pubblici e privati che operano nel mondo del lavoro per favorire le condizioni necessarie: da un lato quello di formare e riqualificare i lavoratori e dall’altro quello di incrociare domanda e offerta». Basterà? Per la Uil calabrese no.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia