Il maggior numero di «lavoratori introvabili», per le imprese che cercano manodopera da assumere, è in Trentino-Alto Adige «con il 61,6% del personale di difficile reperimento». E’ nel Lazio la percentuale più bassa: il 40,8%. La scarsità di manodopera è una emergenza - secondo un rapporto presentato da Confartigianato - «in crescita ovunque», con i maggiori aumenti (a luglio, rispetto al luglio del 2022) in Abruzzo (+11,5%), in Calabria (+10,9%), in Liguria (+10,8%), in Puglia (+10,5%).
Questa la "classifica" stilata dalla confederazione di artigiani e piccole imprese (una elaborazione dell’ufficio studi Confartigianato su dati Unioncamere-Anpal) che indica la «quota lavoratori di difficile reperimento» in percentuale rispetto alle previsioni di assunzioni delle imprese ed indica quanto, in punti percentuali, questo dato sia peggiorato nella variazione rispetto ad un anno prima luglio 2023 luglio 2022 variazione:
Trentino Alto Adige 61,6 51,3 +10,3
Valle D’Aosta 57,1 50,7 + 6,4
Umbria 54,6 47,4 + 7,2
Friuli Venezia Giulia 53,3 46,5 + 6,8
Emilia-Romagna 52,7 46,2 + 6,5
Piemonte 52,0 44,1 + 7,9
Veneto 51,4 46,5 + 4,9
Marche 49,7 40,7 + 9,0
Liguria 49,6 38,8 +10,8
Toscana 49,5 42,0 + 7,5
Abruzzo 49,1 37,6 +11,5
Lombardia 47,6 40,8 + 6,8
Calabria 46,5 35,6 +10,9
Sardegna 46,0 37,6 + 8,4
Basilicata 45,6 37,9 + 7,7
Molise 45,5 38,6 + 6,9
Sicilia 43,0 34,7 + 8,3
Puglia 42,2 31,7 +10,5
Campania 41,9 33,7 + 8,2
Lazio 40,8 35,5 + 5,3
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