Il primo atto da commissario straordinario di Azienda zero lo aveva firmato a febbraio di quest’anno, l’ultimo risale a meno di due settimane fa. L’improvvisa scomparsa di Giuseppe Profiti ha drammaticamente interrotto un percorso tanto ambizioso quanto irto di difficoltà e resistenze. Il governatore-commissario Roberto Occhiuto aveva affidato al manager di origini catanzaresi, già presidente del Bambino Gesù e con un lungo e prestigioso curriculum accademico e professionale, le chiavi di una macchina pensata – seguendo percorsi già tracciati in Veneto e Piemonte – per mettere ordine nel caos (soprattutto contabile) della sanità calabrese accentrando diverse funzioni finora di competenza delle Asp e del dipartimento regionale Salute. Quello che doveva essere un moloch amministrativo è però ancora oggi, a più di un anno e mezzo dalla sua creazione, un gigante dai piedi d’argilla il cui futuro è diventato ancora più incerto dal malore che l’altro ieri in Puglia ha stroncato Profiti a soli 62 anni.
Ovviamente è ancora il momento del cordoglio e del dolore espresso in queste ore da più parti (da esponenti istituzionali come Occhiuto, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso e Giovanni Toti, che aveva affidato a Profiti compiti altrettanto importanti per la sanità ligure, fino a sindacati e organizzazioni di categoria come Federsanità e Unindustria), ma presto si dovrà anche pensare a un successore altrettanto capace se si vuole proseguire nel percorso di risanamento della sanità calabrese che finora è rimasto più un’enunciazione che un fatto concreto.
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