Calabria

Venerdì 22 Novembre 2024

Il “buco nero” della depurazione in Calabria. L’Ue: terminati 16 interventi su 160

Da un lato l’ordinanza del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sui Comuni litoranei perché «attivino controlli mirati ad assicurare il regolare funzionamento dell’attività di depurazione ed evitare problemi di inquinamento»; dall’altro le amministrazioni locali che chiedono a loro volta, attraverso l’Anci, alla Regione di assumere la gestione del delicato settore. La sostanza, in ogni caso, non cambia: nel complesso mondo della depurazione calabrese - il sistema complesso che serve appunto al trattamento delle acque reflue - la strada da percorrere in direzione della normalità resta tanta. Prova ne sono le immagini poco rassicuranti arrivate in questo primo scorcio d’estate sulle condizioni del mare calabrese. Si spera - soprattutto per salvare la stagione turistica - che le ultime azioni messe in campo dalla Regione (vedi i battelli spazzamare che dovrebbero battere palmo a palmo la costa tirrenica tra Nicotera e Tortora) possano produrre i risultati sperati. Per il momento, comunque, non c’è da stare molto allegri. I dati forniti dalla Commissione europea, in risposta a un’interrogazione presentata dalla europarlamentare calabrese Laura Ferrara (M5S), confermano i ritardi accumulati nel corso degli anni. «In base alle informazioni ricevute dall’Autorità di gestione del Programma operativo regionale Calabria 2014-2020 - scrive la Commissione Ue -, sono stati completati e ispezionati 16 dei 160 interventi finanziati con fondi Fsc 2021/2027. E relativamente ai suddetti interventi, ad oggi le spese certificate messe a disposizione dal Fondo europeo di sviluppo nell'ambito del programma Calabria 2014-2020 ammontano a poco più di 17 milioni». A conti fatti, è stato realizzato soltanto un decimo di quanto programmato. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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