Gli unici rumori che arrivano per chi si trova a passare da quelle parti sono il fruscio del vento e il cinguettio degli uccelli che hanno nidificato tra quelle mura antiche. Per il resto, nulla. Così Palazzo Alemanni deperisce tra l’indifferenza. L’edificio che per diversi anni è stato il crocevia della politica calabrese si trova vivere una sorta di condanna all’oblio. Nelle stanze dove si sono cementate alleanze e consumati strappi clamorosi non ci abita più nessuno. E pensare che quando l’ex presidente della Regione, Agazio Loiero, decise di spostare dopo il 2005 gli uffici della presidenza della Giunta nel cuore di Catanzaro nessuno avrebbe mai potuto immaginare un epilogo di questo tipo.
Le ultime speranze di tornare a rianimare un luogo storico sono cadute nei mesi scorsi quando è naufragato il progetto di portare nel centro del capoluogo la Procura europea antimafia. E ciò nonostante il protocollo d’intesa con cui la Regione concedeva al Ministero della Giustizia l’utilizzo in comodato gratuito dell’edificio. Gli ultimi inquilini sono andati via già da qualche anno: erano i componenti della struttura commissariale, guidata da Massimo Scura, che governava la sanità calabrese. A loro era stato riservato l’intero primo piano, un’area di 320 metri quadrati. Più sopra, invece, al secondo piano, sono diverse le stanze vuote e preda dell'incuria. Su una superficie di 320 metri quadrati ne risultavano utilizzati fino a qualche tempo fa soltanto 85. Se n’è avvalsa la sezione calabrese del Fondo ambiente italiano (Fai), «per l'esercizio dell'attività ambientale ed educativa», grazie a una convenzione firmata nel 2016.
Ancora peggio va al piano terra, dove su un'area di 370 metri quadri, regna il caos più assoluto.
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