Calabria

Sabato 23 Novembre 2024

I medici di base sono sempre meno. In Calabria -37% dal 2019 al 2021

La nuova rete ospedaliera e territoriale è stata presentata, ma il resto, in Calabria, è ancora tutto da definire. Il riferimento, per esempio, è al sistema dei medici di famiglia. Secondo Gimbe, la fondazione indipendente che svolge studi e report sulla sanità italiana, esiste il rischio che l’Italia arrivi in ritardo rispetto a uno degli obiettivi fissati dal Pnrr ovvero l’assegnazione di 1.800 borse di studio per formare i medici di famiglia. Tesi smentita dal ministero della Salute, secondo cui «il target europeo del Pnrr Missione Salute riferito alle 1.800 borse aggiuntive di formazione specifica per medici di medicina generale, 900 per il triennio 2021-2024 e ulteriori 900 per il triennio 2022-2025, è stato pienamente raggiunto». Al netto delle cifre, tuttavia, il problema esiste. Il ricambio dei medici bianchi procede a rilento e in un Paese dove l’età media sta progressivamente aumentando c’è la necessità di assicurare la presenza dei medici di base. Alcuni dati: in Italia mancano 2.900 medici di base e nei prossimi due anni se ne andranno altri 3.400.

I record negativi

Va ancora peggio in Calabria, regione che detiene due record (negativi) leggendo i dati raccolti sempre da Gimbe. Il primo: tra il Pollino e lo Stretto è presente la percentuale più alta (88,3) di medici di medicina generale che hanno conseguito la laurea oltre 27 anni fa. Il secondo: in questa regione si è registrata la più alta contrazione di medici di base prendendo in considerazione il biennio 2019-2021: -37,4 per cento. Un’ecatombe, insomma. Soprattutto se si pensa ai tanti borghi montani e periferici calabresi dove i camici bianchi rappresentano un punto di riferimento cui rivolgersi in caso di necessità. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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