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Mare sporco, da Pizzo a Nicotera il litorale non ne esce indenne

La Procura ha attivato una task force, le analisi sono continue ed altresì i “rastrellamenti”, i Comuni rassicurano sulla depurazione ma il problema persiste

“Se Atene piange, Sparta non ride”. Già, perché se il mare di Pizzo continua a sortire malumore, il litorale non ne esce indenne. A Pizzo sino ad ora ci sono stati divieti di balneazione già rientrati; a Briatico è stata emessa un’ordinanza a destra del torrente Murria; a Tropea il mare è diventato marrone, ma si può proseguire con Marina di Zambrone, Bivona. Tanto che per offrire rassicurazioni nei weekend c’è il laboratorio mobile attrezzato a livello chimico/microbiologico della Stazione zoologica Anton Dohrn: controlli in tempi reali e riscontri immediati. La Procura ha attivato una task force, le analisi sono continue ed altresì i “rastrellamenti”, i Comuni rassicurano sulla depurazione ma il problema persiste.
Tuttavia, mentre si cerca un responsabile a cui addebitare il fenomeno (sino ad ora: il fiume Angitola, i collettamenti abusivi ed altre pratiche illegali), potrebbero esserci ricadute negative sulla catena alimentare. Perché non ci può essere salute dell’uomo se non c’è la salute dell’ecosistema; e al di là della balneazione, i prodotti del mare finiscono in tavola.

Qui Nicotera

Lungo i quattro chilometri di arenile che da Nicotera Marina corrono sino alla foce del Mesima “fioriscono” migliaia di ombrelloni, ma i villeggianti che godono della loro ombra non sono in tanti, mentre sono davvero in pochi quelli che hanno il coraggio di tuffarsi in un mare le cui acque hanno decisamente poco a che fare con l’azzurro. Tra gli operatori del settore, rabbia e sconforto la fanno da padroni. Quella in corso sarà un’altra estate di sofferenza. Le cause del mare sporco non sono diverse dal passato. Tutti puntano il dito contro il Mesima e il collettore Vena, ritenuti cloache a cielo aperto, ma i problemi potrebbero essere anche altri. Nicotera non ha un proprio depuratore, ma i liquami affluiscono direttamente all’impianto Iam di Gioia Tauro mediante una condotta dotata di sette pompe di sollevamento la cui efficienza pare non sia sempre al massimo. Per venire a capo della delicata situazione, comunque, continuano ad essere proposte diverse soluzioni tra cui il rifacimento della condotta per aumentarne il diametro dei tubi, diminuire il dislivello esistente sino alla Iam e installare misuratori di flusso in partenza e all’arrivo per capire se lungo il percorso ci possa essere qualche fonte di dispersione. Non manca neppure chi propone la realizzazione di un nuovo depuratore intercomunale a Nicotera con i coinvolgimento dei centri limitrofi e conseguente sganciamento dalla Iam. Tutto rimane, però, a livello di semplici proposte e nulla più.

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