Non risulta alcun tipo di inquinamento nel mare Ionio antistante i comuni di Cariati e Crucoli Torretta, tra le province di Cosenza e Crotone. Lo confermano di risultati delle analisi eseguite da Arpacal a seguito della fuoriuscita di una ingente quantità di percolato dalla discarica di Scala Coeli di proprietà della Bieco avvenuta il 22 giugno scorso. Il percolato, finito prima nel torrente Patia e poi nel fiume Nicà, che fa da confine tra le due province, aveva raggiunto il mare dopo aver percorso ben 14 chilometri. Per questo motivo i sindaci di Crucoli e Cariati, Cataldo Librandi e Cataldo Minò avevano emesso delle ordinanze precauzionali di divieto di balneazione, pesca e di utilizzo dell’acqua del fiume per irrigare e dare da bere agli animali. L’Arpacal il 23 giugno aveva svolto dei campionamenti in mare nei quali «i valori di concentrazione dei parametri chimici - è scritto nel rapporto Arpacal - non evidenziano indici di inquinamento». Le analisi dei campionamenti effettuati per i punti di balneazione nel tratto di costa dei due comuni hanno rilevato "valori conformi a quelli imposti dalla norma» per la presenza di enterococchi ed escherechia coli. Un dato che, come si legge in una nota del Comune di Cariati, è stato confermato anche dalle analisi commissionate dall’Amministrazione Comunale a laboratori accreditati e che hanno monitorato l’intero litoralecomunale: «analisi che ricalcano i risultati dell’Arpacal restituendo per diversi tratti dati eccellenti rispetto alla qualità delle acque». Non ci sono invece ancora dati delle analisi per quanto riguarda la situazione del fiume Nicà, del torrente Patia e dei terreni della valle del Nicà interessati alla fuoriuscita di percolato.