Si era temuto il peggio lo scorso 19 dicembre quando all’uscita da scuola aveva fatto perdere le sue tracce, generando preoccupazione tra familiari e amici, salvo essere ritrovato nel pomeriggio, sano e salvo a casa di un amico, a Rosarno. Dopo quell’episodio conclusosi con un lieto fine, nessuno avrebbe mai immaginato che, a distanza di sei mesi, la sorte avrebbe giocato uno scherzo atroce al giovanissimo Vincenzo Cordì, un ragazzo di appena 13 anni rimasto vittima, ieri, di un incidente mortale mentre si trovava alla guida di un trattore, senza il consenso dei genitori. Una tragedia, una morte drammatica che ha letteralmente lasciato sotto shock diverse comunità pianigiane: quella di Gioia Tauro, città di origine del papà di Vincenzo, Raffaele Cordì, dove il giovane trascorreva gran parte delle sue giornate, frequentando la scuola media “F. Pentimalli” e quella di danza “Dancing with the stars”, e dove risiedono i cugini; quella di Laureana di Borrello, nella cui località rurale denominata “Barbasano” il padre, tanti anni fa, aveva acquistato dei terreni realizzando un agriturismo e dove, oggi, si è consumato il dramma, e, infine, di Candidoni, dove la famiglia abitava. Il ragazzo, secondo quanto si è potuto apprendere dalle prime sommarie informazioni, avrebbe trovato le chiavi del trattore, che non era provvisto di targa, in un cassetto e, all’insaputa dei genitori, si sarebbe messo alla guida del veicolo nei terreni che appartengono alla sua famiglia, sui quali, come già accennato, insistono una grossa azienda agricola e una fattoria didattica con agriturismo. Al momento della tragedia, sembra che il padre si trovasse a valle impegnato nel pascolo di alcuni animali. Vincenzo, secondo le frammentate ricostruzioni allo stato disponibili, voleva probabilmente raggiungerlo, scendendo lungo il pendio con il trattore dall’azienda, ma proprio nel dislivello del pendio il mezzo si è capovolto e lo ha travolto, in una zona impervia, sulla dorsale “Barbasano”, nel territorio di Laureana. Vincenzo era un ragazzo di soli tredici anni che, tra l’altro, proprio mercoledì aveva concluso gli esami di terza media alla “Pentimalli”, ed era considerato da tutti una giovane promessa, piena di vita e di speranze per il futuro. Ora, calato un profondo velo di tristezza, tutti si uniscono nel ricordo di un ragazzo amato e stimato, figlio di una coppia conosciuta come instancabili e onesti lavoratori. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria