La situazione finanziaria dei Comuni calabresi resta molto precaria. «Condizioni fragili» le definisce Bankitalia nel suo ultimo rapporto sull’andamento dell’economia di questa regione. Non c’è da sorridere, rileva l’Istituto centrale, perché «alla fine del 2021 gli enti territoriali calabresi hanno evidenziato, nel complesso, un ampio disavanzo». Le ragioni della crisi sono molteplici, tali da determinare anche un ampio ritardo nell’approvazione dei bilanci (da qui la richiesta accordata dal governo di un differimento dei termini) oltre che nel rispetto di altre scadenze.
Tuttavia il sistema delle Autonomie calabresi non presenta dati omogenei. C’è chi, è il caso della Cittadella, naviga in acque meno burrascose. «Alla Regione - sostiene infatti Bankitalia - è imputabile una quota minoritaria del disavanzo complessivo; in termini pro capite era pari a 43 euro, in diminuzione rispetto al bilancio precedente (56 euro) e significativamente inferiore alla media delle Regioni in disavanzo delle Regioni a Statuto ordinario». Ci sono alcune ragioni dietro risultati apparentemente sorprendenti. «Il dato deriva prevalentemente - analizza sempre Bankitalia - dall’accantonamento per la restituzione delle anticipazioni di liquidità ricevute dallo Stato per il pagamento dei debiti commerciali, incluse quelle per la sanità. La situazione di bilancio degli altri enti territoriali risulta invece peggiore. Ad eccezione della Città metropolitana di Reggio Calabria, che ha rendicontato un avanzo, le altre Province calabresi hanno realizzato un disavanzo per l’esercizio 2021, maggiore, in termini pro capite, rispetto alle altre Province in disavanzo delle Regioni a Statuto ordinario e in lieve aumento rispetto al dato relativo al 2020».
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