E' stata e seguita, oggi, dai finanzieri di Salerno e di Napoli, un’ordinanza che applica misure cautelari nei confronti di otto persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e altri correlati. Il provvedimento del gip, su richiesta della Dda salernitana, dispone la misura in carcere per sei indagati e i domiciliari per gli altri due.
L’inchiesta nasce dopo l’esplosione di alcuni colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione, a Nocera Inferiore (Salerno), del figlio di un uomo sospettato di ricoprire un ruolo apicale nell’ambito della criminalità organizzata dell’agro nocerino sarnese, all’epoca dei fatti sottoposto all’obbligo di dimora a Scalea, in Calabria, nel complesso residenziale "Parco Roma".
Le indagini avrebbero consentito di ipotizzare l’esistenza di un gruppo dedito alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, che sarebbe stato capeggiato da Domenico Tamarisco, detto "Nardiello", con precedenti specifici e sottoposto alla sorveglianza speciale di ps nel comune di Scalea. L’indagato oplontino, secondo quanto ricostruisce la procura, si sarebbe posto quale elemento di collegamento tra soggetti riferibili a clan di Torre Annunziata e altri affiliati a cosche calabresi operanti nel Reggino, con lo scopo di reperire ingenti partite di cocaina a prezzi di favore da trasferire in Campania.
Tamarisco, nonostante la misura di prevenzione personale, si sarebbe servito di sodali calabresi conosciuti durante la sua permanenza a Scalea, in particolare di Gianluca Rovito e Pietro Santagada, per essere scortato a summit organizzati in Campania, con esponenti della criminalità dell’agro nocerino, oplontini e partenopei, con i quali avrebbe intrattenuto illeciti affari. Secondo l’ipotesi accusatoria, la struttura del gruppo criminale avrebbe previsto un’articolata e rigida ripartizione di compiti tra i partecipanti.
Tamarisco avrebbe ricoperto una posizione di vertice e di coordinamento dell’attività dei sodali, occupandosi dell’approvvigionamento della droga, mentre i calabresi Rovito e Santagada e il nocerino Maiorino si sarebbero occupati del trasferimento dello stupefacente dalla Calabria al territorio campano. Tra i riscontri degli investigatori, vi è il sequestro, da parte delle Fiamme Gialle di Salerno e di Napoli, il 13 gennaio dello scorso anno, di sei panetti di cocaina, per un peso complessivo al lordo del confezionamento di oltre 7 chilogrammi, nascosti in uno dei vani del bagagliaio e sotto al cruscotto di un’autovettura sottoposta a controllo.
La droga, dal valore di mercato di oltre 4 milioni di euro, sarebbe stata destinata, secondo quanto ritenuto dagli inquirenti, a esponenti della criminalità organizzata dell’area oplontina e dell’agro nocerino. Tra le contestazioni mosse a Tamarisco vi è quella relativa all’acquisto di un carico di 200 chilogrammi di cocaina provenienti dal territorio calabrese.
Caricamento commenti
Commenta la notizia