Calabria

Martedì 30 Aprile 2024

Traffico di migranti dalla Calabria, 4 arresti. Odissea dal mare al gelo delle Alpi

Eravamo in piena pandemia quando i Carabinieri hanno notato un afghano su un furgone con targa francese a Bova Marina. Il calendario segnava ottobre del 2020 quando s’è accesa la più classica delle lampadine: cosa ci faceva lì quel veicolo, e per di più nei pressi di un centro di accoglienza dove i migranti appena arrivati in Italia venivano tenuti in isolamento sanitario temporaneo? Hanno così avuto inizio le indagini sfociate ieri in quattro arresti tra Francia e Germania. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare chiesta ed ottenuta dalla Dda di Reggio sono stati i Carabinieri del Comando provinciale che hanno chiuso i cerchio intono a quattro cittadini afghani accusati di di favoreggiamento pluriaggravato dell’immigrazione clandestina e di esercizio abusivo dell’intermediazione finanziaria. “Parepidemos”, forestiero in greco, hanno chiamato l’operazione contro il traffico di migranti costata le manette a Mohammad Younos Yawar (43 anni), Mohammad Salim Ghafouri (53), Narbhai Ahmadi (33) e Mohammad Javid Attae (42). Quest’ultimo è stato catturato in Germania, i primi tre in Francia. L’inchiesta, coordinata dal sostituto della Dda Sara Amerio, è iniziata seguendo le tracce di Mohammad Younos Yawar, lo straniero notato a Bova Marina. Gli accertamenti investigativi, disposti dalla Dda, hanno consentito di registrare i movimenti dell’afghano che, dopo avere fatto salire a bordo dieci connazionali, ha percorso l’intero territorio nazionale, facendo tappa in Abruzzo, in Lombardia e in Liguria, uscendo successivamente dall’Italia. Prima di fare ingresso nel traforo del Frejus, però, Yawar ha lasciato i migranti in montagna a pochi chilometri dal confine. Subito dopo l’uomo è stato fermato dai carabinieri della stazione di Bardonecchia ed era l’unico occupante del mezzo. Nei sedili posteriori del veicolo c’erano alcuni bagagli dentro i quali sono stati trovati pannolini per bambini e vestiti non appartenenti all’indagato. Il furgone, inoltre, era dotato di un vano, creato ad hoc nella parte posteriore, per nascondere le persone. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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