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'Ndrangheta nella Locride, annullato l’arresto di Bruno Raschellà

Il 45enne è ritenuto la longa manus del fratello presunto boss di Bianco

Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip distrettuale nei confronti di Bruno Raschellà, che è stato rimesso in libertà. Il 45enne di Bianco si trovava detenuto presso la casa circondariale di Secondigliano nell’ambito della maxioperazione “Eureka”, che nelle scorse settimane ha portato all’arresto di oltre cento persone. Il gip reggino aveva disposto la custodia in carcere per Raschellà in quanto ritenuto partecipe ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso radicata a Bianco. Il 45enne veniva ritenuto dagli inquirenti “gli occhi e le orecchie” del fratello Francesco Raschellà, già condannato nel procedimento “Mandamento Ionico” quale asserito capo della locale di Bianco.
Secondo la Procura di Reggio, Bruno Raschellà avrebbe preso parte alle trattative volte alla acquisizione di rilevanti attività commerciali, raggiunto accordi politici-mafiosi in vista delle elezioni comunali di Bianco del 2020 e avrebbe condotto attività estorsive.
All’udienza di riesame, l’avvocato Antonio Furfari del Foro di Locri ha sostenuto che, negli atti procedimentali, non vi sono indizi per ritenere che il proprio assistito abbia tenuto condotte ’ndranghetiste documentando come tutte le intercettazioni che lo riguardavano fossero da considerarsi prive di valore probatorio.

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