Una rivisitazione che adegua il Piano rifiuti alle riforme legislative europee e non solo. Dopo il disco verde della giunta regionale ai correttivi del Piano rifiuti, il documento adesso deve passare al vaglio degli enti locali. Un piano di quasi 400 pagine con cui si aggiorna la programmazione, nel solco delle normative comunitarie che puntano alla sostenibilità del “pacchetto economia circolare”. Enti che adesso hanno sessanta giorni per presentare osservazioni e suggerimenti al Dipartimento ambiente della Regione. Operazione con cui raggiungere il processo di Vas (Valutazione ambientale strategica). Obiettivo è minimizzare gli effetti del piano, secondo criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Oltre al mutato quadro normativo, occorre aggiornare lo scenario di pianificazione prefigurando un nuovo orizzonte temporale per traguardare gli obiettivi al 2025 imposti dalla nuova normativa, con uno scenario di pianificazione proiettato sino al 2030. L’idea di fondo quella di aumentare le percentuali di differenziata, abbattere i rifiuti destinati alla discarica e migliorare la filiera impiantistica. Un piano che però dovrebbe avere caratteristiche compatibili con il modello gestionale approvato dall’Autorità unica di gestione, Arrical nata dalla riforma che accentra le decisioni e la gestione della filiera di acqua, rifiuti e depurazione. E l’Autorità unica ha già tracciato alcune previsioni rispetto alla dotazione impiantistica del territorio che è stato diviso in tre macroaree. Ci sono da colmare ritardi e scelte che si sono rivelate fallimentari.
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