Mario Occhiuto resta al Senato. L’ex sindaco di Cosenza, architetto di fama nazionale, è stato condannato per bancarotta fraudolenta dal Tribunale bruzio, a 3 anni e 6 mesi di reclusione. La pena inflitta in primo grado non riguarda tuttavia reati collegati al mandato politico esercitato e non rientra nelle fattispecie per la quali scatta la sospensione dall’incarico istituzionale esercitato. Il parlamentare cosentino resta perciò a Palazzo Madama dove siede tra i banchi di Forza Italia ed è componente di importanti Commissioni. Il verdetto emesso dal collegio giudicante si riferisce al fallimento di una società di progettazione immobiliare - la “Ofin srl” - dichiarata fallita nel 2014 e della quale Occhiuto era stato amministratore fino a tre anni prima. Una società sulla quale la procura della Repubblica, diretta da Mario Spagnuolo, aveva condotto indagini culminate nel rinvio a giudizio del senatore. I magistrati inquirenti contestano all’ex sindaco di aver distratto dal patrimonio societario due milioni di euro. Secondo la ipotesi di accusa, dalla “Ofin” sarebbero stati trasferiti nelle casse di altre due società riconducibili a Occhiuto. La distrazione di beni riguardava inoltre, a parere della Procura, anche due appartamenti e due magazzini. Il senatore forzista, difeso dall’avvocato Nicola Carratelli, giudicato responsabile per il trasferimento del denaro, è stato invece assolto dall’imputazione relativa ai quattro immobili. Per i fatti di causa era già stata condannata con rito abbreviato a un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa e non menzione) dal Gup di Cosenza, la sorella Annunziata. La sentenza è stata successivamente confermata, nel febbraio dello scorso anno, dalla Corte di appello di Catanzaro.