Non c’è solo il concorso pubblico che sarebbe – secondo l’accusa – stato truccato, ma anche l’aggravante mafiosa, perché lo scopo sarebbe stato quello di «insediare, all’interno della pubblica amministrazione, un soggetto di fiducia della criminalità organizzata, da asservire alle proprie necessità, in funzione del rafforzamento della propria influenza sul territorio». Ad essere definito così dagli inquirenti guidati dal procuratore Nicola Gratteri è Andrea Niglia, un volto noto della politica vibonese che nel recente passato è stato presidente della Provincia e sindaco di Briatico. Figura tra gli indagati a piede libero dell’inchiesta “Maestrale-Carthago” in concorso con un dirigente comunale, Filippo Mazzeo, che gli avrebbe «passato» una copia dei quiz della prova preselettiva e poi anche le domande delle due successive prove scritte. Così, secondo la Dda di Catanzaro, Niglia avrebbe “vinto” il concorso per un posto di istruttore direttivo presso i Servizi demografici grazie alla corsia privilegiata che gli sarebbe stata garantita da Mazzeo, responsabile del servizio amministrativo del Comune di Cessaniti fino al primo gennaio 2019, poi nominato collaboratore a titolo gratuito dell’ente. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria