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Locri, impugnata la sentenza d’appello del maxiprocesso Mandamento Ionico

La Procura generale chiede di rideterminare 25 condanne e annullare 6 assoluzioni

La Procura generale di Reggio Calabria ha depositato il ricorso nei confronti degli 31 imputati giudicati nel processo di appello “Mandamento Ionico”. Nel ricorso, firmato da sostituto procuratore generale Francesco Tedesco, la parte più rilevante è quella che coinvolge 25 imputati che sono stati riconosciuti colpevoli del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso, per i quali la Corte di appello di Reggio Calabria ha applicato un trattamento sanzionatorio nella formulazione antecedente alla riforma di cui alla legge 69 del 2015.
I 25 imputati interessati sono: Roberto Aguì (condannato in appello a 13 anni); Giuseppe Armocida (13 anni); Nicola Armocida (18 anni); Carmelo Balzano (14 anni); Antonio Barbaro (18 anni); Michele Carbone (9 anni); Sebastiano Giorgi (14 anni 11 mesi); Carmelo Ielo (13 anni 6 mesi); Antonio Ietto cl. ’53 (11 anni); Giuseppe Ietto (13 anni); Antonio Manglaviti (12 anni); Giuseppe Martelli (13 anni 6 mesi); Francesco Mollica (15 anni); Domenico Musolino (13 anni 6 mesi); Domenico Nastasi (10 anni); Santo Palamara (24 anni); Leonardo Policheni (11 anni); Antonio Polito (9 anni); Domenico Santanna (9 anni); Carmine Sergi (19 anni); Giuseppe Sergi (12 anni); Vincenzo Sergi (12 anni); Carmelo Talia (15 anni 4 mesu); Attilio Vittorio Violi (15 anni) e Leo Zappia (22 anni).
La Procura generale ha poi impugnato le assoluzioni che riguardano i seguenti imputati: Santo Giuseppe Aligi, Arcangelo Mollica, Gaetano Richichi, Tonino Scipione, e Antonio Sergi, nonché Pasquale Barbaro per il quale l’appello aveva disposto il proscioglimento per un precedente giudicato assolutorio.
Per tutti e 31 gli imputati interessati la pubblica accusa chiede alla Cassazione di accogliere il ricorso e di conseguenza «annullare il provvedimento impugnato con riferimento alle doglianze sopraindicate e trasmettere gli atti alla Corte di appello di Reggio Calabria per nuove valutazioni».
L’inchiesta “Mandamento Ionico” è stata coordinata dalla Dda di Reggio Calabria e si è fondata sulle indagini dei Carabinieri del Reparto anticrimine e dal II Reparto investigativo, entrambe articolazioni del Ros, nonché dal Comando Gruppo Carabinieri di Locri, che hanno riguardato 18 “locali di ’ndrangheta”. Per la Corte di appello si è accertata l’esistenza «di un sistema “federale”, articolato per competenze, in ragione delle quali le materie dell’ordinamento e del personale sono sicuramente ascritte a livello provinciale».

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