Una “gestione spregiudicata” della cosa pubblica. Così il gip del Tribunale di Paola, Roberta Carotenuto, ha definito il modus operandi al Comune di Cleto nel periodo in cui era sindaco Giuseppe Longo. L’ex sindaco della cittadina tirrenica è indagato assieme ad altre 27 persone nell’ambito di un’inchiesta della Procura che ha puntato i riflettori sull’affidamento di importanti appalti, ma anche sulle assunzioni e sulla gestione di alcuni servizi pubblici. Nei giorni scorsi il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Salvatore Paonessa di Lamezia Terme coinvolto perché – secondo l’accusa – avrebbe versato 5mila euro per vincere un concorso al Comune di Cleto. Disposto il divieto di dimora per Longo e l’obbligo di dimora per Alfonso Francesco Alimena, di Aprigliano, che all’epoca dei fatti contestati era presidente della Commissione del concorso incriminato. In realtà, la Procura – guidata da Pierpaolo Bruni – aveva chiesto misure cautelari anche per tutti gli altri 25 indagati. Ma il gip ha rigettato le richieste anche in relazione ad altri capi di imputazione. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di tentata concussione e turbata libertà degli incanti: avrebbero truccato concorsi e appalti per favorire ditte e imprenditori "amici".
Si tratta di accuse, ovviamente, ancora tutte da dimostrare. E che, probabilmente, Longo (difeso dall’avvocato Nicola Carratelli) chiarirà già domani nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
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