La corsa al posto fisso in Regione entra nel vivo. Sono infatti state fissate le date delle prime prove - superata l’emergenza Covid, si tornerà allo schema classico di due scritti e un orale - del maxi concorso per il reclutamento di 113 funzionari di categoria D. Tra mercoledì 10 e giovedì 11 maggio i quasi 10mila candidati avranno la possibilità di cimentarsi (in due sedi individuate nel territorio di Rende) nei quiz a risposta multipla organizzati e gestiti, per conto della Cittadella, da Formez Pa. I candidati sono in grande maggioranza calabresi, ma non mancano importanti rappresentanze degli altri territori limitrofi: Sicilia, Campania e Puglia. D’altronde, la prospettiva di un’occupazione stabile, in una terra con un tasso di disoccupazione ancora da record, rende molto appetibile il concorso. Nelle scorse settimane, come in molti ricorderanno, il bando per l’ammissione alla selezione era finito sotto i riflettori per alcuni aspetti ritenuti «penalizzanti» dagli ex stagisti e borsisti - sono poco più di 100 - in questi anni alle dipendenze di Azienda Calabria Lavoro e verso i quali il reclutamento era stato originariamente pensato. Il bando di concorso non contempla la valutazione ex ante dei titoli di servizio e dei titoli di studio, formalmente oggetto di proposta sindacale nel tavolo istituzionale dello scorso ottobre. La previsione della valutazione ex post dei titoli da parte del bando di concorso - è la critica avanzata da dai diretti interessati - rischia di “depotenziare” la valorizzazione del personale precario di Azienda Calabria Lavoro che, quindi, in sede di prova scritta, si troverà a competere con un numero indefinibile di candidati (data l’attrattività di un bando di concorso pubblico) non aventi la stessa esperienza e competenza maturata negli anni negli uffici regionali dove tale personale ha sempre svolto la propria attività lavorativa, negli ultimi 3 anni con contratto a tempo determinato e full time. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria