Uffici “sordi” e bandi al rallentatore. L'agonia dei progetti Pnrr che interessano le Zone economiche speciali (Zes) è raccontata da Giosy Romano, da mesi commissario dell'area industriale calabrese. «Ho scritto diverse lettere agli enti per chiedere semplicemente a che punto fossero le gare d'appalto per le nostre infrastrutture. Sa qual è stata la risposta?». Qual è stata, commissario? «Nessuna, ripeto nessuna, eccetto i due presidenti delle Autorità di sistema portuale». In questo paradosso è racchiuso il mancato decollo delle Zes, come quella istituita in Calabria oltre 5 anni addietro per agevolare gli insediamenti produttivi, e rimasta sostanzialmente un’incompiuta, senza servizi e pochissimi collegamenti con porti e ferrovie.
Adesso il rischio concreto è di vedere svanire i finanziamenti. Le regole parlano chiaro: senza l'avvio ai cantieri entro il 31 dicembre 2023 (con chiusura fissata al 30 giugno 2026), l'Ue non erogherà la tranche di risorse programmate. In Calabria le infrastrutture da realizzare hanno un valore complessivo pari a 111 milioni. Dentro c'è un po' di tutto: l'adeguamento degli impianti ferroviari di Sibari, San Pietro a Maida, Nocera Terinese e Rosarno; il nuovo svincolo autostradale di Rosarno, il completamento banchina del porto di Gioia Tauro ponente lato nord, l'urbanizzazione dell'area industriale sempre nel bacino del principale porto della regione. E ancora: l'adeguamento e il risanamento banchina Margottini nel porto di Reggio Calabria e il risanamento strutturale della banchina nello scalo di Villa San Giovanni. «Progetti importanti - rimarca Romano - ma finora rimasti chiusi in un cassetto. Rfi e Anas non hanno nemmeno risposto alle mie sollecitazioni».
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