Viadotti sospesi, raccordi, gallerie. L’A2 è un nastro di bitume nero e grigio che corre in mezzo a curve e rettilinei che corrono dalla Campania verso la Calabria, scalando le vette dell’Appennino, sfiorando il mar Tirreno prima di sprofondare nello Stretto dove presto abbraccerà il ponte. Un’autostrada che, a metà degli anni Novanta, è diventata l’“asse Salerno-Reggio” dentro un progetto di ammodernare da poco meno di otto miliardi. Un progetto di riqualificazione che l’Anas avviò nel 1997 con lavori che hanno trasformato quella che un tempo di chiamava A3 in un gigantesco cantiere lungo vent’anni. La nuova autostrada, con i guard-rail color argento, ci venne restituita sei anni fa con una festa celebrata in diretta tv per comunicare al paese l’inaugurazione della più imponente incompiuta d’Italia. Una cerimonia che si svolse con un viaggio-reality in autobus da Roma. Un reality-show con pastarelle e caffè, un collaudo diretto, tra ponti sospesi e raccordi appena realizzati, affidato agli inviati dei grandi giornali e delle tv, passeggeri speciali per raccontare in diretta, insieme al ministro Graziano Delrio, il miracolo della Salerno-Reggio Calabria finalmente completa. Un’opera infinita, benedetta a Reggio dal premier Paolo Gentiloni. E, per l’occasione, avevano scelto di rompere col passato rinunciando a quel nome che l’aveva resa celebre per i ritardi. E così, l’“A3”, etichetta di sventure e di pasticci storici e geografici, sparì dalle tabelle e dalle mappe dei navigatori stradali. Con un po’ di fantasia, un ritocco numerico e un’aggiunta “originale” fu trasformata in “A2 del Mediterraneo”, un’autostrada che, in quasi vent’anni di lavori, aveva mutato forma. Un’opera che consentì alla «Calabria di tornare alla normalità», come ci venne assicurato dagli autorevoli rappresentanti di governo in attesa del Ponte che verrà. Una normalità che, tuttavia, è già dimenticata. Lungo i 443 chilometri di asfalto dalla geometria impossibile, le ruspe continuano ad andare e venire nei cantieri che si aprono e si chiudono da un capo all’altro della Salerno-Reggio, che presto diventerà la prima via di comunicazione “smart-road”.