Calabria

Venerdì 27 Dicembre 2024

Il procuratore Gratteri non si esprime sul Governo Meloni: “Per giudicare attendo le prime riforme...”

Nicola Gratteri

Come giudico l’azione del governo Meloni nel contrasto alle criminalità organizzate? Lo dirò quando vedrò le prime riforme». Lo ha detto il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, a margine del convegno tenutosi, oggi pomeriggio, nel Complesso monumentale di San Pietro, a Marsala, nell’ambito della terza edizione del «Gran Galà della Cultura e della Legalità», organizzato dall’associazione «Viva Voce» insieme alla Fidapa Bpw distretto Sicilia, con la compartecipazione del Comune e il patrocinio del ministero dell’Istruzione. «Sono stato uno dei primi - ha, aggiunto Gratteri - a criticare la Cartabia e Draghi quando si sono messi a fare riforme sulla giustizia, facendo poi votare subito in Parlamento sulla improcedibilità. Ma questa ha tradito il mandato dell’Europa, che aveva detto: se volete i soldi, dovete velocizzare i processi. Con l’improcedibilità, invece, i processi saranno ghigliottinati, non velocizzati. Non mi pare che sia questo il metodo giusto per contrastare le mafie e soprattutto per risolvere i problemi della giustizia». Poi, sollecitato sui possibili contatti tra il boss Matteo Messina Denaro e la 'ndrangheta, ha risposto: «I rapporti tra Cosa Nostra e 'ndrangheta ci sono da sempre. Da più di un secolo. Quando ancora non si chiamava 'ndrangheta e quando, nel periodo borbonico, nelle carceri di Favignana c'erano picciotti, criminali siciliani, calabresi e campani. E li è cominciato anche l’inquinamento linguistico nelle definizioni e dei termini che ci sono nelle tre principali mafie». "Io penso che con il sistema giudiziario attuale, penale processuale e difensivo, e con il sistema scolastico attuale noi possiamo solo arginare le mafie, possiamo solo pareggiare le partite. - ha osservato - Per sconfiggere le mafie necessiterebbe, nel rispetto della Costituzione, un sistema penale, processuale e detentivo proporzionato a queste realtà criminali. E quindi un sistema non conveniente a delinquere. Ci sarebbe tanto da fare sul piano normativo, sul piano dell’istruzione e della cultura».

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