È una delle criticità che più incide sulla capacità dei Comuni di gestire al meglio i finanziamenti europei e in particolare quelli legati al Pnrr. La carenza di personale negli enti municipali rientra infatti tra gli elementi che secondo la Sezione Autonomie della Corte dei Conti non consente una piena efficacia in tale ambito: un problema, tra l’altro, che viene indicato come non solo quantitativo ma anche qualitativo.
Del resto la pesante crisi di organico che colpisce gli enti locali non è certo una scoperta delle ultime settimane. Affonda infatti le radici nei tagli decisi nel 2011 con la “spending review” e il successivo blocco del turnover negli negli enti locali. Una scelta servita, da un lato, al tentativo di mettere in sicurezza i conti dello Stato ma, dall’altro, tale da mettere in ginocchio negli anni successivi numerosi Comuni (e non solo), poi colpiti nel corso degli anni a venire anche da un drastico taglio dei trasferimenti statali: «Si è assistito a un invecchiamento e a una riduzione del personale, specialmente quello più tecnico, necessario per la progettazione e l’implementazione degli appalti» spiega una recente analisi dell’Osservatorio Cpi dell’Università Cattolica.
Una tempesta perfetta, insomma, che si è abbattuta sugli enti locali italiani, in particolare su quelli del Mezzogiorno. In Calabria in effetti la situazione si è fatta drammatica persino nei centri più importanti, che solo dal 2020 hanno iniziato a riprogrammare concorsi per rimpolpare piante organiche ridotte all’osso e non più in grado di dare risposte ai cittadini.
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