Associazione mafiosa, narcotraffico, spaccio, estorsioni e armi. Sono le contestazioni contenute nell’avviso di conclusioni indagini che la Dda di Catanzaro ha notificato alle 33 persone coinvolte nell’inchiesta contro la cosca Corigliano-Comito di Rocca di Neto.
Tra gli accusati, figurano tra gli altri, il presunto capo del clan rocchisano Pietro Corigliano e il boss di Papanice Mico Megna indagato a piede libero. Col blitz scattato il 19 dicembre 2022 con 18 fermi eseguiti dalla Squadra mobile di Crotone, i pm Paolo Sirleo e Domenico Guarascio si dissero convinti di aver smantellato la ‘ndrina di Rocca di Neto che sarebbe stata capace di allungare i suoi “tentacoli” fino agli Stati Uniti. Le indagini, infatti, presero piede a marzo 2020 in seguito ad un’informativa dell’Fbi sulle presunte estorsioni che alcuni esponenti dell’organizzazione criminale della Valle del Neto, avrebbero compiuto ai danni di locali di Manhattan a New York.
I 33 indagati: Domenico Barbaro, Rosario Barberio, Fortunato Barone, Salvatore Benincasa, Michele Bernardi, Francesco Bevilacqua, Virgilio Antonio Bruno, Francesco Comito, Martino Comito, Michele Antonio Comito (del 1963), Michele Antonio Comito, Salvatore Comito, Umberto Comito, Luigi Corigliano (1995), Luigi Corigliano, Martino Corigliano, Pietro Corigliano, Patrizia Cundari, Alessandro Curto, Antonio Curto, Antonio Donato, Luca Frustillo, Mario Vito Funaro, Mattia Lagani, Raffaele Lagani, Donatello Mancuso, Pietro Marangolo, Pantaleone Marino, Mico Megna, Antonio Piperato, Gabriele Stefanizzi, Daniele Tallarico e Giuseppe Martino Zito.
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