«Gli imputati devono andare a processo». Ieri il pubblico ministero, Alessandro Rho, ha chiesto il rinvio a giudizio per le sei persone coinvolte nell’operazione che, scattata il 5 novembre 2022 con l’esecuzione di due interdizioni dalla professione, avrebbe fatto luce sui presunti favori illegali che nel 2021 alcuni ispettori di allora dello Spisal dell’Asp di Crotone avrebbero concesso in occasione dei controlli nei cantieri. L’istanza è stata depositata nella cancelleria del giudice per le udienze preliminari.
Due gli episodi finiti nel mirino dei carabinieri del Nucleo investigativo: da un lato c’è il pesce «di pregio» ricevuto da un imprenditore crotonese per ricambiare la mancata irrogazione delle sanzioni alla sua azienda nautica; dall’altro le omesse contestazioni per le violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro a vantaggio di una ditta edile. Tra gli accusati, figurano cinque addetti del Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro: Antonio Aloe (66 anni, di Cirò Marina); Giacomo Bruno, detto Jimmy (56, Crotone); Antonio Frontera (56, Crotone); Francesco Tilelli (68, Strongoli); e Lorenzo Rocca (44, Crotone). Ma sotto accusa c’è anche l’imprenditore Elio Balzano (40, Crotone), titolare della società navale “Porto Vecchio Service”. Balzano, Bruno e Tilelli devono rispondere di corruzione in atti giudiziari. A Bruno e Tilelli vengono contestati pure i reati di falso ideologico in atto pubblico, rifiuto d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Mentre ad Aloe, Frontera e Rocca sono addebitati l’abuso d’ufficio, il rifiuto d’atto d’ufficio e il falso ideologico in atto pubblico.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria
Caricamento commenti
Commenta la notizia