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Rifiuti, Calabria senza impianti. Tante criticità nella produzione di energia

Uno studio di Cassa depositi e prestiti evidenzia il gap da recuperare rispetto al Nord

È un’Italia a più velocità ma c’è anche un Mezzogiorno poco omogeneo sul fronte della gestione del ciclo dei rifiuti. Un Nord con un’impiantistica adeguata ai vari processi - pur se da adeguare in chiave futura - e un Sud nel quale alcune regioni scontano gravi ritardi mentre altre riescono a barcamenarsi nonostante criticità ancora pesanti. È il caso, quest’ultimo, della Calabria, che sconta un gap di impianti ancora importante rispetto alle regioni più avanzate d’Italia ma che, comunque, riesce a farsi strada sul fronte della raccolta differenziata (a dispetto di alcune realtà rimaste ancora indietro come Crotone e Reggio Calabria) e dei minori conferimenti in discarica.
Elementi che emergono da un recente studio di Cassa depositi e prestiti, basato su dati Ispra, sui divari territoriali nell’ambito dei rifiuti, che ha anche ripercussioni (spesso pesanti) sulle tariffe pagate dai contribuenti: meno salate al Nord più elevate nel Mezzogiorno, a causa dei costi di gestione complessivi e anche quelli da sostenere per far trattare i rifiuti in impianti fuori regione. Sotto questo profilo la Calabria non sembra trovarsi più nelle condizioni di alcuni anni fa ma è ancora ben distante dalle regioni più avanzate per quanto riguarda il tasso di conferimento in discarica (poco sotto il 30%) e quota di rifiuti avviati a recupero energetico (intorno al 13%): la Lombardia sfiora il 45% di recupero ed è intorno al 4% sui conferimenti in discarica.

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