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Occhiuto “sponsorizza” la Zes e pressa sul rigassificatore a Gioia

Il doppio fronte per lo sviluppo riaperto dal governatore al “Feuromed” di Napoli. Ritenuto essenziale il contributo di Stato e Regione sul retroporto. «E la piastra del freddo sarebbe centro di un hub dell’agroindustria»

Il porto di Gioia è il primo d’Italia, che negli anni si è sviluppato nell’indifferenza della politica nazionale e regionale. Ma è un porto di solo transhipment, che al momento non produce ricchezza per la Calabria». Lo ha evidenziato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, intervenuto ieri al “Feuromed”, primo festival Euromediterraneo dell’economia, in corso di svolgimento a Napoli, rimarcando il fatto di aver colto fin dall’inizio l’importanza della sfida legata a Gioia Tauro. «Io governo una regione complicata – ha aggiunto – ma il mio compito è quello di tentare di risolvere i problemi e, allo stesso tempo, anche quello di raccontare le opportunità».
Occhiuto ha quindi spiegato che il suo governo regionale sta lavorando per superare questa situazione, grazie all’introduzione dell’intermodalità e del corridoio doganale, ma ha anche espresso la necessità di un intervento da parte delle autorità nazionali e regionali per sviluppare attività economiche nelle aree retroportuali. «Grazie all’Autorità portuale – ha continuato – abbiamo avviato l’intermodalità con treni che partono per Nola, per Bari, per Padova e Bologna. Abbiamo realizzato il corridoio doganale. I terminalisti stanno facendo grandi cose, ringrazio Grimaldi e Msc, ma non possono fare anche il nostro lavoro. Tocca alle autorità nazionali e a quelle regionali fare l’altro pezzo di strada, per far diventare i porti luoghi nei quali si possono sviluppare attività economiche nelle aree retroportuali. Noi, a Gioia Tauro, abbiamo la Zes che sta funzionando bene, diamo le autorizzazioni in 5 giorni, quasi un miracolo al Sud. Il vantaggio delle Zes non è tanto nella parte fiscale, quanto nel fatto che sono anche zone logistiche speciali, nelle quali si possono semplificare tutte le procedure di insediamento delle aziende. Anche su questo ci vorrebbe un investimento ulteriore. Ci vorrebbe un intervento del governo nazionale, utilizzando magari anche fondi Ue, per fare insieme alla Regione Calabria un grande piano di attrazione degli investimenti per l’area retroportuale di Gioia Tauro. Questo hub logistico – ha aggiunto il governatore – rappresenta un punto di forza per chi vuole insediare delle attività, perché siamo adiacenti ad un porto estremamente importante, ma se poi questi punti di forza non li concretizziamo attraverso iniziative di attrazione di investimenti, il porto di Gioia Tauro continuerà ad essere il primo porto d’Italia, ma solo per il transhipment».

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