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Autoconsumo e Cer, la Calabria arranca sull'energia mentre l'Europa corre

A distanza di due anni dal primo tavolo tecnico sulle Comunità energetiche, alla Regione arrivano ancora progetti di pale eoliche

Sono trascorsi esattamente due anni da quando c’è stato il primo «tavolo tecnico» sul «marchio di qualità ecologica» per le comunità energetiche rinnovabili (Cer) in Calabria. Qualche mese prima la Regione si era dotata di un’apposita legge (la n. 25 del 19 novembre 2020) per la «promozione e l’istituzione» di queste realtà che possono essere costituite su iniziativa di uno o più enti locali, anche in forma aggregata, e a cui possono partecipare soggetti pubblici e privati, con l’obiettivo di produrre, scambiare, accumulare e cedere energia rinnovabile «ai fini dell'autoconsumo e per la riduzione della povertà energetica e sociale».
All’epoca assessore all’Ambiente era il “Capitano Ultimo” Sergio de Caprio, che contestualmente aveva annunciato anche una moratoria sui nuovi impianti eolici rimasta sostanzialmente lettera morta. Oggi la delega all’Ambiente è passata dal governatore Roberto Occhiuto al neo assessore Marcello Minnenna, sono ripartite le proteste sui territori contro l’installazione di nuove pale eoliche – da Corigliano Rossano a San Vito sullo Jonio – ma, sebbene il caro bollette resti un argomento caldissimo, alla vigilia di un passaggio cruciale per promuovere l’autoconsumo energetico le Cer in Calabria restano un miraggio.

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