Naufragio di Cutro, il confronto in udienza tra superstiti e scafisti decisivo per la verità
«I miei assistiti dicono che loro non avevano alcun ruolo nella traversata». L’avvocato Salvatore Perri continua a professare l’innocenza dei due presunti scafisti che difende. Lo ha ribadito anche ieri all’indomani della decisione presa dalla Procura di Crotone - così come anticipato ieri dalla Gazzetta del Sud - di procedere con l’incidente probatorio per acquisire come prova in fase di indagini preliminari le testimonianze dei migranti sopravvissuti al naufragio del barcone “Summer love”, avvenuto lo scorso 26 febbraio al largo di Steccato di Cutro, che ha causato la morte di almeno 70 persone più decine di dispersi. Toccherà al pm Pasquale Festa, il titolare dell’attività investigativa, chiedere al gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, di fissare l’udienza nel corso della quale - in contraddittorio - verranno ascoltati i superstiti per ripercorrere la traversata dell’imbarcazione partita dalla Turchia e sulla quale avrebbero viaggiato circa 180 persone. I profughi saranno chiamati a fornire la loro versione dei fatti sulla scia di quanto già reso agli inquirenti nelle immediatezze del drammatico sbarco. In questo modo, l’Ufficio guidato dal procuratore Giuseppe Capoccia vorrà cristallizzare sia l’attività degli scafisti che i momenti della navigazione sfociati nello schianto del caicco sulla secca della costa cutrese. Sono quattro gli ipotizzati trafficanti di uomini finiti sotto accusa (uno dei quali è irreperibile): si tratta di Fuat Sami, turco di 50 anni, e Arslan Khalid, 25enne pachistano, e del 17enne originario del Pakistan per i quali sono stati convalidati i fermi. Invece, per il quarto ipotetico scafista, Ufuk Gun, turco di 27 anni, non si hanno più notizie da una settimana. I reati contestati vanno dall’omicidio e naufragio colposi al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria